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Comune di Prato

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11/12/2012 16:28
Cenni Sindaco La dichiarazione del primo cittadino

Il sindaco Cenni: "Abbiamo scampato il pericolo della cittą metropolitana, il nuovo governo si faccia carico di rottamare il sistema delle lungaggini e della burocrazia"

Roberto Cenni: "Nessuno tocchi Questura e Prefettura. Farlo sarebbe un colpo durissimo alla sicurezza in una cittą con problemi unici nel loro genere"

A seguito della mancata conversione in legge del decreto sul riordino delle province, il sindaco Roberto Cenni, dichiara quanto segue:

"La città di Prato ha scampato il pericolo della conversione in legge del decreto a causa del quale abbiamo rischiato di essere assorbiti dalla città metropolitana di Firenze, con conseguente impoverimento degli uffici territoriali dello Stato e perdita di capacità decisionale su urbanistica, mobilità, viabilità e sviluppo economico del nostro territorio. Tuttavia per il nuovo governo si imporrà l'attuazione di una legge costituzionale che semplifichi l'organizzazione del territorio. Ritengo che la nuova normativa dovrebbe prevedere l'accorpamento dei Comuni più piccoli. E' inoltre fondamentale la suddivisione di compiti tra Comuni, ogni giorno di fronte al cittadino per rispondere alle più varie necessità, e Regioni, per le mansioni di programmazione e attuazione di più ampio respiro. Abbiamo davanti un problema urgente ed essenziale per semplificare la vita a cittadini e imprese. Infatti il vero costo della politica, quel sistema sì da rottamare ad ogni modo, sta in quel nugolo di doppie funzioni i cui esempi tra i molti enti dello Stato si sprecano. Così come le risorse necessarie per tenere in vita quel malcostume fatto di lungaggini e burocrazia che impedisce di dare risposte efficaci e immediate ai cittadini come, di contro, la suddivisione delle mansioni tra Comuni e Regioni consentirebbe. Non solo di poltrone sono fatti i tagli, pur necessari in un momento dove la sobrietà deve essere un faro nella Pubblica Amministrazione. Infine mi sento di ricordare che il Comune di Prato conta 190mila abitanti, di cui 30mila immigrati regolari ai quali vanno aggiunti circa 20mila clandestini, e che viviamo una crisi che ha dimezzato la forza occupazionale del distretto tessile. Ogni impoverimento delle risorse umane e organizzative degli uffici dello Stato sul nostro territorio (su tutti Questura e Prefettura) sarebbe un atto grave contro la sicurezza e la qualità della vita in una città già fortemente provata da problematiche uniche nel loro genere".    

mc

2002/12

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