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Comune di Prato

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11/01/2013 11:15
pietre d'inciampo Celebrazioni Mercoledì 16 gennaio, dalle 10, via Carradori, via Ricasoli e Museo del Tessuto (Ex Campolmi)

"Pietre d'inciampo", la collocazione delle prime dodici

L'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig per ricordare e render omaggio ai più di 130 pratesi che durante lo sciopero generale dei primi di marzo del 1944 furono prelevati dalle fabbriche arrestati e deportati

Mercoledì 16 gennaio, a partire dalle 10 in via Carradori (davanti all'ex fabbrica Lucchesi), in via Ricasoli (per ricordare l’unico ebreo arrestato a Prato in un contesto diverso e ucciso ad Auschwitz) e al Museo del Tessuto (ex Campolmi) saranno posizionate le prime dodici pietre d'ottone, nell'ambito dell'iniziativa "Pietre d'inciampo", il progetto artistico e storico dell'artista berlinese Gunter Demnig che pone dei sampietrini in ottone lucente sulla porta o sul marciapiede davanti alle case delle famiglie dei deportati nei campi di sterminio nazisti.

Il Comune di Prato ha deciso di aderire all'iniziativa, in collaborazione con la Comunità ebraica di Firenze, l'Associazione per il gemellaggio Prato-Ebensee, l'Aned e il Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline di Prato, per ricordare e render omaggio ai più di 130 pratesi che durante lo sciopero generale dei primi di marzo del 1944 furono prelevati dalle fabbriche, arrestati in strada e nelle abitazioni e deportati nei campi di concentramento della Germania nazista, come Mauthausen ed Ebensee. A Prato è stato deciso di collocare i sampietrini non davanti alle abitazioni ma nei luoghi dell’arresto.

Le ultime tre pietre saranno collocate alle 15,30 all'ex fabbrica Campolmi dove si terrà la cerimonia conclusiva alla presenza delle autorità cittadine e dell'artista. E’ un progetto in divenire e nei prossimi anni, nel corso delle cerimonie nell'ambito della memoria, saranno posate le rimanenti pietre con i nomi dei deportati per i quali il Comune ha avuto l’assenso delle famiglie.

Sulle pietre sono incisi oltre al nome, l’anno di nascita, la data dell’arresto, il luogo di deportazione e la data di morte se conosciuta. "L’inciampo" non è fisico ma visivo e mentale e costringe chi passa a interrogarsi a ricordare quanto accaduto in quel luogo e in quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.

L’iniziativa, partita nel 1995 a Colonia, conta già più di 22 mila targhe ricordo in tutta Europa e già da tre anni è stata adottata anche a Roma, a cura della storica dell'arte Adachiara Zevi, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma.

Prato è il primo luogo in Toscana in cui saranno poste le pietre d’inciampo.

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