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Comune di Prato

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16/01/2013 12:31
Metastasio Teatro La dichiarazione del presidente della Fondazione Teatro Metastasio Umberto Cecchi

"Il Teatro Metastasio non rischia affatto la sua stabilità"

In risposta alle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa del direttore artistico del Metastasio Paolo Magelli

Il presidente della Fondazione Teatro Metastasio Stabile della regione Umberto Cecchi, in seguito ad alcune dichiarazioni del direttore artistico del Teatro Paolo Magelli, riportate dalla stampa, dichiara quanto segue:

"Leggo con stupore le dichiarazioni di Paolo Magelli fatte durante un dibattito sul futuro della città, che riguardano il Metastasio. Con un po' di ironia da toscano che non è andato a sciacquare i panni in Germania dalla signora Merkel, posso dire che Magelli avrebbe dovuto avvisarmi, come presidente del Met, di questa "sua" visione leggendaria e catastrofica.  Voglio sperare che sia stato frainteso o che la foga del discorso lo abbia tradito, altrimenti non so cosa pensare.

Il Met non chiude e non ha bisogno del milione di euro che Magelli sostiene di andar cercando. Ha i suoi soci fondatori. Sta facendo un’ottima stagione, grazie anche al suo direttore artistico, anche se come accade a tutti gli Stabili italiani, ha ristrettezze di fondi. Quello che manca al Metastasio per stare tranquilli e non dover tirare la cinghia, sono al massimo centomila-centocinquantamila euro, che il Comune, grazie all’intervento del sindaco Roberto Cenni, contribuirà a farci avere com’è già accaduto. A dire la verità, come presidente del Teatro Metastasio, non so neppure cosa dire di fronte a dichiarazioni così avventate. Posso solo dire che i tempi sono difficili, che la Provincia ha annunciato una riduzione della sua quota dovuta ai tagli ministeriali, ma che ministero, Regione e Comune, il quale ha garantito nel 2012 un contributo di quasi 1,4 milioni di euro, lo sanno e stanno cercando di ovviare a questo problema. E posso dire che farò in modo che nessuno dei dipendenti abbia a soffrire di queste difficoltà. Neppure Magelli.

Credo che il direttore, non più avvezzo alle avventure italiane, abituato a una Germania che manda a letto senza cena i poveri e i vecchi, ma elargisce milioni per uno spettacolo, si sia fatto trascinare da angosce intellettuali.

Detto questo va specificato che viviamo un tempo di vergogna che sta uccidendo la cultura, unico grande vero bene della nostra Nazione. Ma ciò non significa che gli uomini di cultura si debbano arrendere. Né, come dice di fare Magelli vadano ad accattare. Ci sono rimedi più semplici. Ad esempio, se il direttore non avesse messo in scena "l’Isola" come lo avevo invitato a fare in questo momento non avremmo avuto bisogno neppure dei centomila euro. I tagli provocano sempre dolore, ma i bilanci vogliono anche piccoli sacrifici".

68/13

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