“Presidente Rossi, schiaffo all’imprenditoria tessile abbigliamento italiana”
Di seguito la dichiarazione del consigliere del gruppo Pdl, Vittorio Lana:
"La recente visita del governatore Rossi ad un noto imprenditore cinese di Prato, iscritto alla locale unione industriale, da un lato assume il significato di una doverosa attenzione delle Istituzioni verso l’importante componente Asiatica dell’economia toscana, dall’altro desta non poche perplessità per le dichiarazioni che l’hanno accompagnata.
Rossi esorta a considerare non solo gli aspetti negativi ma anche quanto emerge di positivo in alcune realtà imprenditoriali cinesi presenti nel distretto, soprattutto in funzione della loro capacità di penetrazione ed affermazione in quel grande mercato che è il loro Paese di origine. E non solo, il Governatore intravvede in queste realtà, la via da seguire per un futuro sviluppo dell’economia locale, Toscana e nazionale.
E’ pur vero che gli operatori economici italiani incontrano non pochi ostacoli nel posizionarsi e conquistare fette di mercato all’interno del grande Paese asiatico, ma tutti i processi di razionalizzazione e globalizzazione del nostro sistema produttivo manifatturiero hanno incontrato, sinora, due imprescindibili ostacoli: la difesa dei posti di lavoro ed il rispetto della normativa tributaria e valutaria.
E’ anche noto come l’Italia abbia recepito con grande ritardo le direttive Europee di razionalizzazione ed ammodernamento del sistema produttivo e di armonizzazione tributaria (su tutte 90/435/CE del Consiglio, del 23.07.90) riferita al trattamento fiscale infragruppo dei dividendi ed alla loro tassazione in capo a società madri e figlie in Stati membri e viceversa, oltre alle disposizioni sul bilancio consolidato introdotte, in Italia, solo a partire dall’1/1/2004.
Ritardi accompagnati da una posizione molto restrittiva dell’Agenzia delle Entrate, in materia di residenza fiscale delle società controllate e controllanti; di importazioni di beni e servizi da operatori economici in territori black list; di transfer pricing nelle operazioni intercompany che hanno alimentato un notevole contenzioso, scoraggiando non pochi operatori nazionali ad intraprendere la via della globalizzazione delineata sin dagli anni 90, all’interno dell’UE. E gli operatori del tessile abbigliamento nazionale sono stati i primi a risentire di queste forti limitazioni, accentuate dalla necessità di contenere la caduta occupazionale interna.
Ma non mancano gli esempi di imprenditori tessili Pratesi che hanno pur superato la crisi e mantengono le quote di mercato conquistate a livello globale nel rigoroso rispetto delle leggi.
Per contrapposizione, sappiamo bene come troppe aziende cinesi, stanziate sul territorio, siano riuscite ad ovviare al primo degli ostacoli impiegando migliaia di dipendenti perlopiù connazionali clandestini, mentre sul fronte fiscale siano stati adottati accorgimenti idonei a superare altrettanto agevolmente sia i problemi tributari che quelli valutari e di sleale concorrenza.
Tuttavia, è con grande interesse che i più guardano alle migliaia di imprese cinesi presenti sul territorio auspicandone una rapida integrazione legale nel sistema economico e che necessitano, tuttavia, del preventivo vaglio cui vengono sistematicamente sottoposte tutte le imprese commerciali a cura degli Organi di Controllo a ciò deputati.
Perciò in questo non facile contesto, le iniziative del governatore Rossi appaiono sicuramente coraggiose, ma anche come una fuga in avanti non certo immune da critiche".
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