"Percorsi di libertà", 6 nuovi sportelli di ascolto per dire basta alla violenza sulle donne
Sono già attivi da questa settimana i 6 nuovi sportelli territoriali di aiuto alle donne vittime di violenza grazie al progetto finanziato dal Ministero per le Pari Opportunità "Percorsi di Libertà", sostenuto dal Centro antiviolenza La Nara, dal Comune di Prato come ente capofila, dalla Società della Salute, la Usl 4 e tutti i Comuni della Provincia. I nuovi sportelli, che si aggiungono a quello di via Verdi 13 che il Centro La Nara ha aperto nel 1997, sono infatti ubicati in tutti i Comuni della cintura pratese. La violenza tra le mura domestiche e sulle donne non è infatti qualcosa di lontano e che si sente solo in tv. Lo dimostrano i dati che il Centro La Nara ha raccolto dal '97 al 2012: 2.126 casi tra punto di ascolto e casa di accoglienza.
L'iniziativa è stata presentata stamani in Comune dall'assessore alle Pari Opportunità Rita Pieri, in rappresentanza anche dell'assessore al Sociale e presidente della Società della Salute Dante Mondanelli che ha fortemente sostenuto il progetto, dalla coordinatrice di La Nara Loredana Dragoni, da Valentina Angioni del Centro e da Marco Giovannetti della Divisione Anticrimine della Questura di Prato.
Mediante “Percorsi di Libertà“, che avrà un durata di 18 mesi, si punta alla definizione di linee guida e all’ampliamento del servizio nei comuni provinciali, oltre che alla sensibilizzazione nelle scuole e la messa a punto di azioni per il reinserimento sociale ed abitativo delle donne e bambini. L'iniziativa si aggiunge ai tanti progetti avviati da anni insieme a vari partner dal Comune di Prato per estirpare questa piaga e aiutare le donne e i loro figli: «Il nostro obiettivo è rafforzare la rete di aiuto alle donne per dire basta alla violenza e fare al tempo stesso una preziosa attivirà di prevenzione nelle scuole - ha detto l'assessore Pieri - E' importante infatti coinvolgere anche i ragazzi più piccoli per fare formazione ed informazione su un problema assolutamente centrale che deve essere prioritario per tutte le istituzioni». Il volantino informatino è stato realizzato dai ragazzi dell'istituto Datini appunto nell'ambito di una campagna di sensibilizzazione ed informazione: «La rete e un cambiamento culturale sono fondamentali per combattere un fenomeno dilagante e trasversale come la violenza sulle donne - ha aggiunto Loredana Dragoni - Qui non si tratta di mediazione dei conflitti familiari, si tratta di sopraffazione dell'altro, che viene svuotato di ogni risorsa e annullato: dobbiamo quindi intervenire per interrompere questo processo distruttivo». Impressionanti i numeri del fenomeno nel 2012: tramite il servizio Codice Rosa della Usl contro abusi e violenze si sono rivolte al Pronto Soccorso 240 donne; altre 233 si sono invece rivolte al Centro La Nara. Le prime rappresentano l'emergenza, le seconde persone che stanno prendendo coscienza del problema che le vede vittime e stanno cercando una via d'uscita. In tutto questo le Forze dell'Ordine giocano un ruolo fondamentale per proteggere le donne e i bambini: «Esiste una fase della prevenzione della violenza e una della repressione - ha detto Giovannetti - Fare rete e partecipare al percorso insieme agli altri enti significa conoscere meglio le esigenze delle famiglie ed intervenire in modo più mirato, seguendo la giusta direzione».
Le cifre presentate stamani sfatano molti luoghi comuni: nel 2012 il Centro La Nara si è occupato di 233 casi, di cui 146 a Prato, 41 nella provincia e 42 fuori territorio. Di questi 178 riguardano donne italiane, 16 comunitarie e 37 extracomunitarie. 120 hanno un'occupazione, 66 sono disoccupate, 5 casalinghe, 7 studentesse e 13 pensionate. La maggior parte (73) ha tra i 30 e i 39 anni. Solo 12 hanno un'istruzione elementare, mentre 69 hanno il diploma, 68 hanno finito le medie e 15 hanno la laurea, sintomo del fatto che la violenza sulle donne è un fenomeno trasversale, figlio non solo della bassa scolarizzazione o della povertà. 163 sono i casi di violenze fisiche e psicologiche, di cui oltre una trentina molto gravi, con decine di referti di Pronto Soccorso alle spalle, 23 quelli di stalking e 5 quelli di abuso sull'infanzia. Ben 582 bambini hanno assistito ad episodi di violenza e oltre a subire quindi un trauma sono anche soggetti a rischio.
In Italia nel 2012 si sono verificati 124 femminicidi, di cui 64 nel ricco Nord, 32 al Sud, 13 nel Centro e 15 nelle isole. Le regioni con più casi sono l'Emilia Romagna e la Lombardia. Le vittime sono 86 italiane e 38 straniere. Gli autori dei delitti hanno un'età media di 47 anni e 84 sono italiani.
cb
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