Il nuovo Piano Strutturale della cittā: la parola chiave č tutela del territorio
E’ tutela del territorio la parola chiave del nuovo Piano Strutturale della città, approvato ieri definitivamente dal Consiglio comunale con 24 voti favorevoli (Pdl, Lega Toscana, Udc, Indipendenti per Prato) e 12 contrari (Pd, Idv) al termine di una lunga votazione di ciascuna delle 268 osservazioni e della discussione. Il sigillo finale dopo 8 anni di lungo lavoro da parte dell’Ufficio di Piano, dei tecnici comunali e del capo progettista Gianfranco Gorelli, dell’assessorato all’Urbanistica e della Commissione consiliare 4 .
Stamani lo strumento urbanistico che disegnerà la città per i prossimi 20-25 anni è stato illustrato dall’assessore all’Urbanistica Gianni Cenni, dal presidente della Commissione consiliare 4 Emanuele Berselli e dal professor Gianfranco Gorelli. Erano presenti inoltre il capogruppo della Lega Toscana Emilio Paradiso, il dirigente del Servizio Urbanistica Francesco Caporaso e la responsabile dell’Ufficio di Piano Pamela Bracciotti. Il nuovo Piano segna un’inversione dei pesi in termini di governo del territorio, perché subordina la sua futura trasformazione alla tutela della sua fisionomia e degli elementi storici e paesaggistici che lo contraddistinguono, a partire dalle invarianti strutturali, come la Calvana, il Monte ferrato, i borghi e il centro storico. Su un totale di 9.763 ettari di territorio, le aree protette ammontano a 2.979 ettari, di cui 1.775 esclusivamente agricole e 855 prevalentemente (2630). Il consumo di nuovo suolo sarà di circa 140 ettari in 25 anni pari al 2,5% lordo dei terreni agricoli e 1,43% al netto. Se poi si considera che di questi il 40% sarà restituito all’Amministrazione comunale in termini di standard urbanistici (giardini, parcheggi), la superficie coperta scende a 84 ettari, ovvero lo 0,86%: «Dal 2000 al 2006 la precedente Amministrazione ha consumato lo 0,82% all’anno di suolo – spiega Gianni Cenni – Anche da questa proporzione emerge nettamente la valorizzazione del territorio e la scelta di puntare sul riutilizzo dei volumi già esistenti per i tre quarti del Piano attraverso un uso efficace della perequazione. Quello che vogliamo è dotare la città di uno strumento pianificatorio all’avanguardia e coerente per il futuro, che riaffermi il principio che i pratesi siano padroni a casa propria, senza condizionamenti e scelte calate dall’alto da altri enti, che riaffermi la nostra autonomia». «Il Piano strutturale è stato pensato non per essere un mosaico di progetti, ma un incubatore di progetti – ha chiosato il professor Gorelli – Noi abbiamo fissato le regole di ciò che non si potrà modificare e che dovrà essere tutelato, ma gestire questo scenario spetterà ai progetti che verranno». Anche per il Macrolotto 0, come era già stato annunciato, ci sarà il dimezzamento dei volumi esistenti (passando da 563mila metri quadri di superficie coperta a 260mila) per aumentare gli spazi di relazione e socialità e permettere una fusione di funzioni diverse che porti ad un riordino sociale ed economico di tutta l’area. «Il Piano strutturale vuole dare un futuro alla città, ma con un occhio molto attento alla qualità della vita e alla salvaguardia del territorio e di tutte le sue caratteristiche, appunto per le generazioni future – ha aggiunto il presidente Berselli della Commissione 4, che ha svolto un lungo lavoro di confronto con i tecnici - La fase della partecipazione ha funzionato davvero bene, così come l’analisi delle 268 osservazioni presentate, a cui abbiamo voluto garantire uniformità di giudizio per dare a tutti risposte coerenti».
Chiusa la grande officina del Piano, gli uffici sono già la lavoro per definire il nuovo Regolamento Urbanistico.
cb
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