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Comune di Prato

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27/03/2013 16:19
Polizia Municipale Polizia municipale L'intervento di Polizia municipale e Ispettorato del Lavoro costituito da Direzione Territoriale del Lavoro, INPS e INAIL

Sequestrato un immobile a Chiesanuova, all'interno clandestini e macchinari irregolari

L'assessore Aldo Milone: "Ennesimo sfruttamento di manodopera clandestina bloccato dal gruppo interforze. Forse il giovane cinese vittima di questo racket"

Un immobile di 500 metri quadrati sequestrato insieme a 37 macchine taglia e cuci mentre due persone sono state denunciate per sfruttamento di manodopera clandestina. Questo il bilancio dei controlli congiunti di Polizia municipale e Ispettorato del Lavoro, nella fattispecie Direzione Territoriale del Lavoro, INPS e INAIL.

L'azienda si trova a Chiesanuova, in un agglomerato di vecchi stanzoni artigianali, all'interno di un edificio composto da due piani, per quasi 500 metri quadrati di superficie, dove al piano terra si trovava l'attività di confezione maglieria, con 37 macchine taglia e cuci e al piano superiore, sottotetto compreso, c'erano delle stanzette, prive di tutti i requisiti igienico-sanitari, ad uso dormitorio. L'immobile e i macchinari sono stati sequestrati.

"Ennesimo controllo del gruppo interforze coordinato dalla Polizia municipale - afferma l'assessore alla Sicurezza Aldo Milone - con ritrovamento di clandestini, lavoratori a nero, che tra l'altro venivano da fuori Prato, e dormitori nei capannoni. Questa grossa risorsa per la nostra comunità non finisce mai di stupirci, purtroppo. Non so se quel giovane cinese, trovato morto stamattina nella zona del macrolotto 2, sia stato ucciso o investito, ma considerata la presenza e l'orario in quella zona, sia ma temo di sì uno dei tanti sfruttati che lavorano di notte. La cosa che stupisce è il silenzio di questa comunità su quanto accaduto e nessuno che si presenti per riconoscere e dare un'identità a quel cadavere".

Molte le persone presenti al momento dell'accesso, tra le quali sei clandestini e due extracomunitari con domanda di emersione come domestici in altre città italiane. Tutti sono stati accompagnati in Questura per le procedure di fotosegnalamento. L'imprenditrice giovanissima di origine cinese e l'effettivo gestore dell'attività sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per lo sfruttamento della manodopera clandestina mentre gli Ispettori del Lavoro hanno sospeso l'attività imrpenditoriale per la presenza della quasi totalità dei lavoranti privi di regolare assunzione.

Nel luogo di lavoro e nella porzione abusivamente allestita per l'uso residenziale non erano state adottate le cautele per la tutela della salute dei lavoratori per la prevenzione incendi nonostante la presenza di oltre 4 mila capi di maglieria in lavorazione e tre bombole di gpl da 15 chilogrammi l'una. Il materiale è stato ritirato dal committente maglificio di Agliana mentre le bombole sono state affidate a ditta specializzata per la messa in sicurezza.

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