Dal Siab di Verona al Festival del Pane di Prato, l'Italia si unisce nel nome del pane
Da Verona a Prato in nome del Pane. Mentre domani a Verona prenderà il via la decima edizione del SIAB, il Salone Internazionale dell'Arte Bianca, la più importante rassegna italiana dedicata alle tecnologie, materie prime e semilavorati per la produzione di pane, pizza e pasta, a Prato fervono i preparativi per la grande festa che la città dedicherà all’arte bianca dal 7 al 9 giugno, ovvero la prima edizione del Festival del Pane di Prato organizzato dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune in collaborazione con le associazioni di categoria. Una scelta, quella di dedicare un Festival alla tipica Bozza Pratese, che va in direzione di una maggiore valorizzazione del prodotto ma anche del lavoro dei fornai, che si compie in un momento in cui il consumo di pane - soprattutto quello artigianale - cresce in maniera significativa per più motivi, tra cui l’accelerazione dei ritmi di vita - che si traducono in pause sempre più brevi con pasti consumati al bar o addirittura direttamente al panificio - la possibilità di risparmio rispetto a un pasto al ristorante ma soprattutto la progressiva riscoperta dei prodotti tipici del territorio.
In Italia sono oltre 400 le varietà di pane, identificative di territorialità e tradizione, che sommate tutte assieme rappresentano il 12,3% del totale degli acquisti alimentari (dati Istat). Tra i territori maggiormente legati ad una cultura del pane c’è Prato, che proprio all’alimento base della nostra alimentazione dedica appunto un Festival, con stand di fornai ricchi di prelibatezze dolci e salate e soprattutto di Bozza Pratese. La vera protagonista della festa sarà proprio lei, questo pane sciapo impastato solo con acqua, lievito naturale e farina, prodotto da oltre cinque secoli in città, conosciuta già alla fine del Cinquecento alla corte del Granduca di Toscana e nei mercati della Serenissima Firenze. E che ancora oggi, come allora, mantiene intatto un fascino senza età che conquista cuori e palati. Palati sempre più esigenti, che comunque più che al prezzo danno importanza all’artigianalità, alla qualità, alla specializzazione e soprattutto alla genuinità data dalla totale assenza di additivi e conservanti. Oltre la metà delle famiglie italiane preferisce infatti acquistare pane fresco ogni giorno, prediligendo come canale di vendita uno dei circa 24mila forni artigianali distribuiti sul territorio nazionale.
Il forte legame di Prato con l’arte di fare il pane è scritto anche nei suoi numeri: oggi le attività iscritte alla Camera di Commercio per il settore della panetteria nel solo Comune di Prato sono 51, di cui soltanto una di tipo industriale. In tutta la Provincia, i panifici sono 70, di cui solo tre industriali. Gli addetti nella Provincia di Prato sono 237, più del doppio delle Provincie di Firenze e Pistoia che messe insieme arrivano ad “appena” 106 addetti, dato addirittura inferiore a quello del solo Comune di Prato, che ne conta 166.
Numeri che, secondo l’ a
ssessore alle Attività Produttive del Comune di
Prato Roberto Caverni, potrebbero addirittura crescere:
“Con il Festival del Pane non vogliamo solo celebrare
questo prodotto, ma anche quell’impegnativo lavoro di
preparazione che sta dietro. Noi vediamo il pane che arriva in
tavola ma spesso non pensiamo al lungo percorso che –
partendo dal chicco di grano - ha compiuto passando tra le mani del
coltivatore, del mugnaio e del panettiere prima di arrivare a noi.
Tra queste figure, soprattutto tra i fornai, ho incontrato parecchi
giovani, che hanno “scelto” spontaneamente questo
mestiere, provenienti da una formazione spesso diversa ma che non
ha impedito loro di “studiare” e diventare dei bravi
fornai. E’ un messaggio di speranza per le nuove generazioni,
che possono dunque trovare in questo comparto nuovi sbocchi di
lavoro e nuove fonti di reddito”.
*A cura di Marte Comunicazione snc, Marzia Morganti Tempestini in collaborazione con Ufficio Stampa Comune di Prato.
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