"Senza reciprocità di rapporti import-export tra Cina e Italia saremo sempre svantaggiati"
In merito al centro sino-italiano del tessile, il sindaco Roberto Cenni, dichiara quanto segue:
"Sulla vicenda in questione ritengo necessarie alcune riflessioni. Anzitutto sull'assenza di reciprocità nei rapporti import-export tra Cina e Italia. La dogana cinese, infatti, ha maglie straordinariamente strette, al contrario della dogana italiana, per far arrivare i nostri prodotti sul mercato orientale. Una recente ricerca condotta dal laboratorio dell'Istituto Tecnico Industriale Statale Tullio Buzzi, ha dimostrato che su ben 52 prodotti tessili realizzati in Cina ed importati in Italia, di fronte al percorso inverso, ne sarebbero approdati in oriente solo 18. Il rapporto quindi è di circa uno a tre.
Pertanto, stanti così le cose e senza una reale reciprocità, ogni iniziativa di collaborazione sino-italiana, oltre a mettere a rischio il nostro prezioso know how, ci vede in ogni caso perdenti sul fronte delle dinamiche import-export.
Dunque questo Centro di ricerca italo-cinese risolve, forse, solo il problema del contenitore Creaf, senza alcuna chiarezza sul contenuto. Una scelta che non solo mette a rischio le conoscenze tecnico-scientifiche delle aziende pratesi ma che continua a gettare via soldi pubblici, oltre a quanti ne sono stati già spesi fino ad oggi per il Creaf senza produrre alcuna ricchezza per il territorio.
Inoltre, per quanto concerne il cardato, sarebbe opportuno che la Regione favorisse il rigenerato, perché in un'ottica di economia verde questo prevede il recupero e non il consumo di materie prime. Fondi, quelli annunciati ieri, che erano vincolati dalla dichiarazione di stato di crisi, che provengono dal Ministero e che quindi la Regione farebbe bene ad aumentare - o a raddoppiare almeno se possibile - per favorire davvero il rilancio di questa economia".
mc
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