Sequestrato un magazzino in centro, 12 operai a nero e pessime condizioni igieniche
La Polizia Municipale e gli Ispettori del Lavoro hanno eseguito un controllo in un'impresa artigianale a due passi dalla centralissima Porta Santa Trinita a cui hanno partecipato anche una giornalista ed un cameramen della televisione pubblica russa. Al momento dell'ingresso all'interno del fabbricato la giornalista russa guardandosi intorno ha esclamato: "Qui non sembra di essere in Europa", riferendosi sia agli occupanti che alle condizioni di manutenzione e conduzione del fondo sicuramente ben distanti dal punto di vista igienico-sanitario che della sicurezza dagli standard europei. Gli occupanti sono risultati tutti di nazionalità cinese e l'immobile oggetto di accertamento appartiene a una società immobiliare gestita da cittadini di nazionalità cinese, All'interno del fondo erano presenti ben tre soppalchi, dei quali due adibiti ad uso residenziale ed uno a ripostiglio/deposito, ed una struttura composta da sette locali dei quali sei dormitori tutti privi di finestre e con dimensioni mediei di mq. 6 l'uno ed una cucina con tanto di bombole di gas. Pessime sono apparse le condizioni igieniche per la presenza di unto e muffa su tutte le pareti ed insufficiente l'unico bagno posto a servizio di ben 17 persone trovate dentro il locale intente al lavoro. Tre di questi sono risultati a seguito degli accertamenti in stato di clandestinità e raggiunti da Ordine del Questore di Prato a lasciare il nostro territorio nazionale e Decreto di Espulsione del Prefetto della Provincia di Prato: «Anche in questo controllo sono state trovate 12 persone tra lavoratori al nero e clandestini - commenta l'assessore alla Sicurezza Urbana Aldo Milone - Come avevo già detto,il fenomeno dei lavoratori al nero è di una dimensione straordinaria anche se lo rapportiamo a livello nazionale. Ho appena letto di una proposta di costruire alloggi per gli operai cinesi e secondo il rappresentante cinese presso la CNA, Wang Li Ping questo risolverebbe il problema illegalità. Forse non ha capito bene o non ha chiaro questo fenomeno. I lavoratori al nero che si trovano nelle confezioni rappresentano un problema che non risolvi costruendo alloggi, perchè ci vuole invece la volontà del loro datore di lavoro di regolarizzarli e pagando loro i contributi. Cosa che fino ad oggi ancora non vedo».
Il titolare della ditta è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per lo sfruttamento della manodopera clandestina e gli abusi realizzati al fine di ospitare i lavoranti che, al controllo eseguito da parte degli Ispettori del Lavoro, sono risultati tutti a nero e quindi non regolarmente assunti. Alla fine del controllo è' stata quindi sospesa l'attività imprenditoriale e sequestrati capannone e macchinari.
cb
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