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Comune di Prato

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13/08/2013 12:23
Pieri Scuola Il progetto voluto dall'assessore Pieri per imparare una lingua straniera fin dalla più tenera età

Il progetto Funny English mette in rete scuole d’infanzia comunali, statali e paritarie

Dopo il successo ottenuto negli anni precedenti torna anche per il prossimo anno scolastico il progetto Funny English in una “rete” di scuole: scuola statale Charitas, scuola paritaria Via Ofanto; scuola paritaria  Sacro Cuore – Galciana; scuola comunale Vergaio; scuola comunale Fontanelle; scuola statale –Tobbiana.

 Il progetto, fortemente voluto dall’assessore all’Istruzione Rita Pieri,  nasce dalla necessità di sviluppare conoscenze approfondite di una lingua diversa rispetto  a quella utilizzata in famiglia e a scuola  fin dalla più tenera età.  Favorire le pratiche per il plurilinguismo rientra fra le pratiche  previste nelle politiche europee  e menzionate in numerosi documenti ufficiali, tra cui il ben noto Quadro Comune Europeo di Riferimento per la Conoscenza delle Lingue.  Ormai ci troviamo in una realtà multilingue e la città di Prato ne è un ottimo esempio, offrendo già una situazione di vantaggio: l’inglese, infatti, è utilizzato da alcuni nuclei familiari stranieri per comunicare con l’esterno. 

I bambini mostrano una grande facilità nell’acquisizione di suoni e di schemi linguistici verso lingue non materne. Di conseguenza, è vantaggioso sfruttare questa loro facilità e la loro curiosità per avvicinarli, in modo semplice e divertente, alla realtà di una lingua diversa.  La finalità del progetto non è quella di insegnare precocemente l’inglese, ma  quella di sensibilizzare i bambini verso suoni e fonemi diversi in modo da facilitare in futuro l’acquisizione di qualsiasi altra lingua. Attraverso una metodologia adatta per l’età che vede il gioco come protagonista, insieme a filastrocche, canzoni e brevi sequenze animate l’insegnante di inglese aiuterà i bambini nel percorso verso i nuovi simboli. Il progetto realizzato negli anni scorsi è stato molto apprezzato anche dalle insegnanti, perché ha permesso di coinvolgere tutti i bambini creando una sorta di “parità” fra tutti italiani e non perché questo approccio a codici linguistici diversi li ha resi tutti “uguali” e questa “parità”  ha contribuito a creare un forte sentimento positivo di collaborazione e cooperazione all’interno della classe.

cb

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