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Comune di Prato

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19/08/2013 13:41
Milone Interventi L'intervento in seguito allo studio pubblicato dal Cgia di Mestre sull'imprenditoria cinese

L'assessore Milone: «Lotta all'illegalitą, occorrono strumenti legislativi adeguati»

Dopo l'interrogazione del senatore Riccardo Mazzoni del Pdl al ministro del'Economia Saccomanni per chiedere un intervento contro le ditte cinesi che operano nell'illegalità, sull'argomento e sui risultati del recente studio pubblicato dall'Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre Cgia sull'imprenditoria cinese che non sente la crisi, interviene l'assessore alla Sicurezza Urbana del Comune Aldo Milone: «Il notevole incremento a livello nazionale delle aziende gestite da cinesi in un momento di crisi come quello attuale e soprattutto a fronte di un'alta percentuale di aziende gestite da italiani che cessano, come evidenziato dallo studio della CGIA di Mestre, deve portare ad una riflessione seria da parte del Governo. Questo studio non può e non deve passare inosservato. Bene ha fatto il sen. Mazzoni a chiedere al Ministro Saccomanni di porre in atto tutte le iniziative per frenare questo fenomeno, nè si vuole bloccare o limitare il libero mercato. Sarebbe tutto lecito se questo avvenisse rispettando le regole, ovvero pagando regolarmente le tasse e gli altri oneri. Purtroppo, come è dimostrato anche dalle recenti operazioni della G.d.F, spesso queste aziende sopravvivono e fanno utili soprattutto grazie ad una forte evasione fiscale e contributiva e allo sfruttamento della manodopera clandestina. Circa tre anni fa, nel luglio del 2010, presentai alla stampa i risultati di un'indagine di natura fiscale fatta su un campione di 200 aziende gestite da cittadini cinesi. Il risultato fu clamoroso, per la verità non lo era per il sottoscritto. Le dichiarazioni fiscali annue di queste 200 aziende non superavano i 5000-6000 euro, diverse aziende presentavano anche bilanci in "rosso", ovvero con delle perdite di esercizio. Sappiamo tutti che la G.d.F. e l'Agenzia delle Entrate, nonostante i tanti accertamenti, non riescono a riscuotere perchè queste aziende dopo 2 anni cessano la loro attività per riaprire con un soggetto diverso, sono quasi tutte ditte individuali. In merito a quest'ultimo particolare voglio citare l'ultimo rapporto della Camera di Commercio di Prato, da cui si evinceva che il 60% delle aziende cinesi chiudono nell'arco di 3 anni per riaprire con un titolare diverso. Ecco perchè occorrono strumenti legislativi ancora più efficaci in modo tale da rendere veramente efficace la lotta all'evasione da parte degli Organi competenti. Mi è stato riferito che la Mongolia chiede ad ogni straniero che vuole aprire un'attività una fideiussione di 100.000 dollari. La stessa Cina si tutela con gli stranieri che vogliono aprire attività in loco prevedendo un socio cinese nella ditta. Oserei dire che noi siamo un pò troppo liberali, se questi sono i risultati. Voglio aggiungere un ultimo tassello. Sorge il dubbio che dietro queste molteplici aperture si possa nascondere anche un riciclaggio di denaro "sporco", altrimenti non si comprende come alcune attività, ristoranti e bar, quasi sempre vuote, continuino la loro attività nonostante una scarsa clientela. E poi il Governo si lamenta perchè non trova risorse finanziarie per gli esodati e i cassaintegrati».

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