"Chiediamoci perché le richieste di cassa integrazione arrivano solo da aziende pratesi"
In seguito alla notizia diramata dai sindacati circa le tante richieste di cassa integrazione provenieti da aziende pratesi l'assessore alla Sicurezza Aldo Milone dichiara quanto segue:
"Leggendo il grido d'allame dei sindacati sulle richieste di cassa integrazione che arrivano fino a 45 al giorno e provenienti solo da aziende pratesi, mi chiedo, e credo che la domanda dovrebbe essere spontanea per tutti, come mai tali richieste non arrivano anche da aziende cinesi che ormai operano non solo nelle confezioni ma anche nelle tintorie, rifinizioni e stamperie. Come mai nessuno si pone questa domanda? Forse perchè gli imprenditori cinesi sono più bravi dei pratesi. Se fosse così, sarebbe il caso di metterli a capo di tutte le associazioni di categoria o farci dare da loro la ricetta segreta di questa loro invulnerabilità di fronte a questa crisi che non è solo pratese ma investe tutto il territorio nazionale e non. Chi legge penserà che sono un ingenuo perchè tutti conoscono gli ingredienti di questa ricetta. La mia ovviamente vuole essere una semplice provocazione ma anche, scusatemi del termine, un'incazzatura. Gli ingredienti sono ormai noti da anni: sfruttamento di clandestini, lavoratori al nero ed evasione fiscale e contributiva. Nonostante siano noti, una parte politica continua a dire che i controlli, comunemente detti "blitz", sono inutili però non ho mai letto una proposta alternativa per frenare questo fenomeno. Spero che quando ci sarà la prossima campagna elettorale, venga fuori e sia risolutiva del problema. Da parte di questa Amministrazione c'è la consapevolezza che da soli, con gli strumenti legislativi a disposizione, e con gli Organici degli altri Enti o Forze di Polizia sicuramente carentii non possiamo contrastare questo "mostro" se non con l'aiuto e la determinazione del Governo. Durante l'Assemblea con i residenti del Macrolotto zero è stata lanciata una proposta che consisteva nel recarci a Roma per rappresentare le dimensioni di questo fenomeno nella nostra città. La condivido e farò di tutto per aiutare chi si farà carico di organizzare questa trasferta romana. Non possiamo rassegnarci, perchè io non lo sono affatto, e considerare come questo fenomeno un qualcosa di ineludibile. Ricordo che nel 2008 fu organizzata una manifestazione che aveva come titolo "Prato non deve morire", a questo titolo aggiungerei "non può essere venduta". Ormai in Italia viene ascoltato solo chi alza la voce, noi se continuiamo a stare zitti o a comportarci come persone educate, rischieremo veramente la fine di questo distretto. E meno male che qualcuno aveva detto che non esiste il distretto parallelo".
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