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Comune di Prato

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06/10/2013 12:25
Lana Consiglio Comunale La dichiarazione del consigliere del Pdl Vittorio Lana

Verifica degli equilibri di bilancio

In merito alla questione della verifica degli equilibri di bilancio il consigliere del Pdl Vittorio Lana dichiara quanto segue:

"Visto come si fa ad ottenere, a sinistra, leggine ad personam per derogare alle più rigorose scadenze di bilancio pubblico, in vigore dal 1 gen 2013: quando si sta dalla parte giusta tutto è possibile nel Belpaese, poco da fare.

Nel calderone del decreto “Violenza di genere” 93/2013 spunta la mozione dell’ultima ora, tradotta nell'art.12-bis che dispone la proroga, dal 30 sett al prossimo 30 nov, dei termini per l’approvazione delle delibere sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio dei Comuni, ai sensi art. 193, del D.Lgs. 267/2000, nella sua pur recentissima riformulazione.

Ergo, tornano di attualità le feroci polemiche mosse nei giorni scorsi dai Capigruppo DS Carlesi e IDV Donzella ed alcuni allarmisti di professione, circa un presunto dissesto del bilancio Comunale. Ebbene, ora possiamo scrivere che Prato, avendo puntualmente approvato la citata delibera entro il 30 set non avrà bisogno di questa carineria Governativa, ma i Sindaci di Milano, Torino, Genova, Bologna, Napoli si, ed anche Roma per altri versi con un debito di 867 mln (tanto per fare qualche nome e cifra).

Così, le gloriose amministrazioni c.d. rosse, senza la provvidenziale e tempestiva proroga ad hoc, non sarebbero state in grado di pagare stipendi e forniture ed i rispettivi Collegi Sindacali, quelli si, entro la scadenza del 30 set, non avrebbero potuto fare altro che certificare le voragini dei conti e la necessità di Commissariamento.

Ma la parte più scomoda della vicenda è passata quasi inosservata e merita di esser raccontata. Sindaci ed amministratori di queste città hanno provato a fare ciò che sembra riescano a fare meglio, i furbetti: hanno deliberato l’aumento dell'aliquota IMU prima casa 2013 precedendo l’intervento del Governo, sapendo bene che i proprietari non l’avrebbero mai pagata per la ferma opposizione del Pdl, ma avrebbero poi ottenuto compensazioni nei trasferimenti delle risorse, dallo Stato ai Comuni, per importi maggiorati pari all'IMU gonfiata.

Ma il colpo non è riuscito perche il Governo, fiutata la trappola, col citato decreto ha disposto il rimborso del minor gettito IMU prima casa 2013, sulla base del 2012 con un taglio di 60 mln per effetto della spending review del decr. Monti.

Arrivata la doccia fredda, a partire dal sindaco di Torino Fassino, è scattata la rincorsa per salvarsi dalla bancarotta implorando l’intervento tampone, varato dal Governo. Ma è sicuro che i campioni del partito della spesa facile, non demorderanno poiché gli agognati trasferimenti non arrivano, anche se il Ministro Alfano, in data 25 set ha comunicato di avere firmato il provvedimento inviandolo al Ministero dell’economia per il visto, che stenta ad essere apposto.

Sicché dei 2,46 mld pari alla metà della 1^ rata IMU prima casa 2012, ne verrebbero erogati solamente 2,1 ben lontani dall’importo dei rimborsi per minor gettito 2013 iscritti nel bilancio di previsione dai Comuni furbetti.

Non è finita. Saccomanni, in concomitanza con la fiducia al governo, con un documento in 9 punti, di 100 pag, propone in extremis di abolire l’eliminazione totale dell’IMU prima casa voluta da Berlusconi, mettendo con le spalle al muro tutto il Pdl su ipotesi di rimodulazione care al PD.

C’è solo da augurarsi che media tempore  i campioni della spesa pubblica, con un colpo di mano all’interno della Conferenza Stato – Comuni in ANCI, non riescano a scaricare sui Comuni virtuosi le voragini dei propri conti, facendo la parte del leone sulla ripartizione delle scarse risorse disponibili.

Vedremo poi se gli Enti locali vorranno dare esecuzione alla legge 296/2006 mettendo mano al riordino dei 30000 centri di spesa, costituiti da altrettanti soc. partecipate, consigli di amm/ne, collegi sindacali, oltre la marea di posti di lavoro creati con la logica impunita del voto di scambio, tanto cara ad una classe politica intenzionata a perpetuare privilegi ed inefficienza scaricati sul costo dei servizi ai cittadini ed alle imprese. In definitiva si vorranno continuare a perdere milioni di posti di lavoro produttivi per mantenerne di clientelari?".

1441/13

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