"Closing the loop", il cardato come chiave di volta di un nuovo sviluppo, pių ecosostenibile
Sviluppo economico e nuovi posti di lavoro, tutela dell'ambiente e risparmio di energia e materie prime: la quadratura del cerchio di un nuovo modo di produrre che vede nel riciclo la sua chiave di volta. E' questo l'obiettivo e il programma del convegno internazionale "Closing the loop" - la chiusura del cerchio - tenutosi dal 2 al 4 ottobre ad Amersfoort, distretto industriale vicino ad Amsterdam, che ha visto Prato e la sua centenaria tradizione tessile protagonista del Textile Day.
Soddisfazione per l’esito del convegno è stata espressa dal sindaco Roberto Cenni: «Imprenditori, ricercatori e addetti ai lavori da tutto il mondo si sono dati appuntamento in Olanda per parlare di prodotti nati dal riciclo di materia prima e Prato ha interpretato il ruolo del protagonista, conosciuto e apprezzato da tutti. Aziende del nostro distretto hanno presentato collezioni di filati, tessuti e abiti finiti interamente nati dal riciclo, con un marchio che offre riconoscibilità di fronte al consumatore più attento. Ritengo sia una strada da approfondire per il distretto perché partendo dal progetto del cardato rigenerato, siamo arrivati oggi ad accordi internazionali come quello con la città olandese di Almere o a quello siglato da Re-Mo con l’Unione Ciclistica Internazionale, che possono garantire nuovi posti di lavoro insieme alla tutela dell’ambiente. In sintesi: uno sviluppo sostenibile».
Quello che è stato illustrato agli imprenditori e ai compratori stranieri è un distretto tessile dalle antiche radici, in viaggio verso la sostenibilità. A rappresentare la città c'era il Comune di Prato, a sua volta rappresentato da Maurizio Ciampolini, portavoce del sindaco Roberto Cenni. Alla conferenza, organizzata da Casa della Sinergia, che promuove la cooperazione tra imprese, istituzioni e professionisti olandesi ed italiani, hanno preso parte con propri stand espositivi alcune aziende pratesi che si sono distinte nel riciclaggio e nella rigenerazione di materie, tessuti e prodotti d'abbigliamento finiti: Pinori filati, Fratelli Boretti, Pontetorto e Crossley di Luca Gorini. Tutti gli articoli erano appunto realizzati con filati e materiali riciclati: l'obiettivo è quello di conquistare una fetta molto importante del mercato creando un'etichetta che renda riconoscibile il prodotto realizzato in tessuto di recupero, a garanzia della qualità del prodotto e a tutela del consumatore attento e consapevole, che sempre più spesso preferisce questo tipo di prodotti proprio perchè rispettano l'ambiente. Da anni infatti soprattutto negli Stati Uniti sono molto richiesti gli articoli con il marchio "Recycle Denim". Prato rappresenta un'eccellenza mondiale da questo punto di vista. E non solo per il cardato, che per anni ha rappresentato una produzione di punta del distretto , ma anche per le acque utilizzate nella produzione. Prato è stato infatti il primo distretto tessile al mondo a decidere di dotarsi fin dagli anni '70 di un depuratore industriale per riutilizzare le acque reflue per salvaguardare quelle di falda. I numeri di Prato sono tutt'ora questi: ogni anno nel comprensorio pratese vengono utilizzate circa 30mila tonnellate di materiali tessili rigenerati, che portano a circa 50 milioni di metri di tessuto prodotto, che si traducono in un risparmio di 96 milioni di kwh di energia, 1.000 tonnellate di ausiliari chimici, 450 tonnellate di coloranti, 27 milioni di CO2 (anidride carbonica), 1,5 milioni di SO2 (biossido di zolfo), 720mila m3 di acqua. Per quanto riguarda l'acqua, 12 milioni di m3 è il fabbisogno complessivo della produzione industriale tessile del distretto. 64 km di tubi è la lunghezza complessiva delle tubature che distribuiscono acqua riciclata. 5 milioni di m3 è la quantità di acqua depurata e reintrodotta nelle lavorazioni tessili del distretto. Il contributo del riciclo è il 40 per cento del totale.
"Closing the loop" nasce nel solco del progetto Re.Mo - Recycle Movement - , avviato dal Comune di Prato un anno fa con la città olandese di Almere, grazie al quale saranno prodotti a Prato con il cardato rigenerato le divise di commissari, funzionari e delegati dell’Unione Ciclistica Internazionale per i prossimi 5 anni in tutti gli eventi ciclistici nel mondo. Padre dell'idea è il campione di ciclismo Martin Havik, che dopo la fine della carriera sportiva è rimasto in Italia e ha iniziato a lavorare nel tessile. Significativa infatti la sua presenza anche a Closing the loop. Entrambe le iniziative rappresentano la concretizzazione di uno dei punti fondamentali del programma elettorale del sindaco Roberto Cenni, che aveva annunciato di voler puntare sul cardato rigenerato e sulla green economy come volano di un nuovo sviluppo per la città: «La collaborazione attivata un anno fa con Almere sta dando i suoi frutti - dice il sindaco Cenni - aprendo nuove frontiere di sviluppo, con un occhio attento alla salvaguardia dell'ambiente. Adesso è necessario creare un'etichetta che renda riconoscibile il prodotto riciclato, che ad oggi può rappresentare un “brand” di mercato perché sta incontrando sempre di più la sensibilità di un consumatore attento ed è, di fatto, un prodotto “made in Prato”, anche se spesso questo non si sa. Nella sua diffusione giocano un ruolo essenziale le Pubbliche amministrazioni che possono scegliere di acquistarlo attraverso i cosiddetti "appalti verdi". Il cardato può rimettere in moto una catena di produzione che a Prato c'è già e che può avere un nuovo sviluppo con la creazione di nuovi posti di lavoro». «La Conferenza internazionale è stata un'occasione unica anche per promuovere l'immagine della città - aggiunge il portavoce Ciampolini, - il suo storico saper fare, le sue tradizioni e quanto di bello ha da offrire».
La collaborazione tra le aziende pratesi ed olandesi per realizzare abbigliamento da tessuti riciclati potrà infine essere foriera di finanziamenti europei che daranno nuova linfa al mercato.
cb
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