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Comune di Prato

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15/11/2013 16:13
Cenni Urbanistica Tanti i motivi alla base del no alla variante che mette insieme Parco della Piana e nuovo aeroporto

Il Comune di Prato ricorre al Tar contro il Pit regionale

Il sindaco e l'assessore Cenni: ĢE' un'azione di tutela degli interessi dei cittadini e della nostra autonomia di governo del territorio. Basta interventi a gamba tesa della Regioneģ

Il Comune di Prato ha promosso un ricorso al Tar della Toscana contro la variante al Piano di Indirizzo Territoriale (Pit) che prevede l'ampliamento dell’aeroporto di Firenze e la definizione del parco agricolo: pur avendo presentato la propria osservazione al Piano nell’ambito del procedimento di adozione del PIT, con tanto di studio del CNR, l'Amministrazione comunale ha ritenuto necessario ricorrere alla giustizia amministrativa per tutelare gli interessi primari dei cittadini e la propria autonomia nel governo del territorio. Il deposito del ricorso è stato annunciato oggi dal sindaco Roberto Cenni e dall'assessore all'Urbanistica Gianni Cenni.

Molteplici le ragioni che stanno alla base dell'azione legale: la prima è la contraddizione di fondo contenuta nello stesso titolo del PIT, ovvero la coesistenza del nuovo aeroporto e del Parco della piana sul medesimo territorio, ma con obbiettivi diametralmente opposti:«Ci si chiede se nella sostanza la variante al PIT sia modellata e strutturata funzionalmente per il nuovo aeroporto oppure per il parco della piana? - domanda  provocatoriamente l'assessore Cenni - Noi ritieniamo purtroppo che l’elemento ordinatore di fondo del PIT sia l’aeroporto, quindi che senso ha bloccare degli ulteriori ettari del territorio pratese, oltre a quelli gia’ portati in dotazione al parco (circa 2400 ettari) e messi in salvaguardia  già autonomamente dal nostro Piano Strutturale?»

Altro motivo del ricorso sono quelle che secondo l'Amministrazione comunale si profilano come profonde incertezze e tematiche di fondo non risolte attorno al PIT, iniziando dalle tempistiche ipotizzabili per la sua approvazione definitiva (ad esempio un analogo provvedimento regionale, il PIT sul paesaggio, è stato adottato nel giugno 2009 e ad oggi non è stato ancora approvato), nonche’ le contraddizioni che sembrano emergere nel merito della variante, come il problema della lunghezza della nuova pista (2000 mt o 2400 mt?). Argomenti questi che hanno indotto il Comune di Prato ad avanzare nel ricorso la riserva di apportare motivi aggiuntivi all’impugnativa medesima.

Il procedimento di elaborazione del Parco della Piana aveva visto inoltre , da parte della Regione, l’attivazione di un processo partecipativo tra enti territoriali gia’ dal 2000, a cui il Comune di Prato aveva dato il proprio contributo: «Gli esiti di tale processo partecipativo - precisa l'assessore -  sono stati  disattesi dalla Regione all’esito del testo del PIT portato all’adozione».

Infine secondo il Comune alle incertezze temporali si unisce l' indeterminatezza funzionale sui vincoli apposti dalla Regione sul territorio pratese. Infatti, oltre al territorio ricompreso nel Parco della Piana vero e proprio, la Regione appone le salvaguardie sulle c.d. aree funzionali al Parco della Piana, «su cui non si capisce per quale funzione dovrebbero essere pianificate, ne’ come potrebbero essere trasformate con funzioni ammissibili o compatibili - dice ancora Cenni -  e quindi per quale ragione dovrebbero rimanere bloccate in attesa di un accordo di pianificazione tra gli enti della piana che, viste le legittime posizioni anche degli altri Comuni sull’aeroporto, non appare concretamente raggiungibile». «Siamo stufi di tollerare entrate a gamba tesa come quella della Regione che nel Pit ha posto sotto salvaguardia quelle poche centinaia di ettari all'interno dei quali  in una piccola percentuale il Comune potrebbe trovare spazi di perequazione per essere artefice del proprio destino urbanistico - aggiunge il sindaco Roberto Cenni -  Per non parlare della scelta scellerata da parte del Consiglio regionale di approvare una delibera come quella del Pit, che contiene un nuovo aeroporto e la nascita del Parco della piana. Per queste ragioni abbiamo deciso di ricorrere al Tar. Il Comune è il fronte al quale i cittadini si rivolgono per una miriade di problemi, molti dei quali neppure di responsabilità comunale, eppure cerchiamo di dare una risposta a tutti. Lo Stato carica i Comuni di tasse statali mascherate da gabelle comunali, la Regione esercita abusi di potere, a nostro avviso, in materia urbanistica. Siamo stanchi di questi comportamenti irresponsabili, che non fanno altro che aumentare la disaffezione e la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della loro capacità di dare risposte ai bisogni».

L'antefatto dell'impugnazione è l'esito della conferenza paritetica interistituzionale in merito ai presunti contrasti insorti tra il Piano strutturale del Comune e il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia: «Il confronto con la Provincia di Prato alla fine si è risolto in un nulla di fatto, - spiega l'assessore Cenni - in quanto la Conferenza Paritetica Interistituzionale regionale, composta da rappresentanti della Regione, delle Province e dei Comuni, che doveva trovare una soluzione al conflitto, non ha espresso alcun parere entro il termine perentorio di 120 giorni previsto dall’art. 26 della Legge regionale 1/05. Conseguentemente il Comune di Prato ha provveduto al far pubblicare sul BURT la mancata pronuncia della Conferenza Paritetica e la riacquisizione della piena efficacia da parte del Piano Strutturale del Comune di Prato. Peraltro noi avevamo avanzato una proposta tendente a cercare di sanare gli asseriti contrasti, con un approccio che mirava a rendere ancora più chiare le salvaguardie contenute nel Piano Strutturale. Ma dall’altra parte e da parte della Conferenza Paritetica sono state prospettate delle soluzioni che non solo risultavano infondate, ma che addirittura avrebbero mortificato la dignita’ istituzionale del Comune di Prato e messo in dubbio l’onestà intellettuale dei nostri uffici tecnici. Pertanto, giunti ad una tale situazione, ho ritenuto opportuno abbandonare il tavolo della Conferenza Paritetica, posto che comunque oramai il procedimento instaurato era viziato, in quanto ampiamente fuori dai termini di legge».

 

cb

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