Money transfer, l'intervento del consigliere Vittorio Lana

Riguardo all'inchiesta sui Money transfer Italia-Cina interviene il consigliere comunale Pdl Vittorio Lana:

«Alcuni articoli sulla stampa locale mi inducono a proporre precisazioni - scrive il consigliere - L'inchiesta ed i tempi del processo penale sui trasferimenti money transfer Italia-Cina saranno scanditi dallo stesso numero degli imputati, poco da fare. Non è che gli inquirenti avrebbero potuto scegliersi i fatti reato da reprimere in un contesto tutto scoprire e da scandagliare. Può essere fuorviante identificare sic et sempliciter l'evasione fiscale con l'importo dei trasferimenti valutari, così come prevedere un esito del processo penale con l'elefante che partorirà il topolino sul fronte del recupero dell'evasione. Infatti, l'entità delle rimesse corrisponde con buona approssimazione agli importi delle merci importate dalla Cina sottofatturati e non dichiarati a Dogane UE.

Quindi, l'indagine ha provato l'evasione sistematica di diritti di confine all'import dalla Cina e la sottrazione di risorse proprie del bilancio comunitario. E sotto questo profilo persino la destinazione del PM Suchan a Bruxelles può significare aver destinato "l'uomo giusto al posto giusto", dato che senza una presa di posizione dell'UE difficilmente i singoli Stati membri potranno incidere più di tanto sui rapporti di forza col gigante asiatico. Per la percezione dell'evasione fiscale interna non si può invece prescindere dall'ammontare (quantità e prezzo) delle merci effettivamente importate o prodotte all'interno, oggetto di cessione e destinate al mercato interno o all'esportazione. Quindi dobbiamo riferirci al valore aggiunto ed ai ricavi realizzati e non dichiarati, non certo alle somme trasferite irregolarmente tramite money transfer. Ma questi elementi possono essere acclarati solo attraverso gli accertamenti fiscali nei confronti dei soggetti d'imposta che possono anche non coincidere con la platea degli imputati del processo penale».