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Comune di Prato

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02/12/2013 15:52
Silli Integrazione L'intervento dell'assessore alle Politiche per l'integrazione Giorgio Silli

«L'Amministrazione ha fatto il possibile e l'impossibile su controlli e formazione»

L'assessore invoca nuovamente strumenti legislativi pił adeguati per interventi pił forti sul territorio

In seguito alla tragedia accaduta ieri all'interno del capannone nel Macrolotto in cui hanno perso la vita sette cittadini cinesi, l'assessore all'Integrazione Giorgio Silli dichiara quanto segue:

"Se ieri non era il momento delle polemiche ma quello del dolore e della pietà, oggi senza dubbio è indispensabile una riflessione la più ampia possibile sul fenomeno del distretto cinese. Quella di ieri è stata una tragedia annunciata, inutile dire il contrario.

Ci troviamo di fronte ad un problema epocale, ad una realtà più grande di noi e quello che la giunta Cenni sta facendo è quanto di più naturale andasse fatto anche in passato. Da una parte il ripristino della legalità, il pugno duro, i blitz, la collaborazione interforze che il collega Milone porta avanti con forza da tempo, dall’altra la necessità assoluta di formazione. La necessità di cambiare la forma mentis che chi appartiene ad una cultura fin troppo lontana dalla nostra ha, in ambito lavorativo, in certi casi , ferma al medioevo. Per questo molti dei progetti di integrazione e di formazione che questa amministrazione sta portando avanti con fondi del ministero del lavoro e del ministero dell’interno hanno necessità di proseguire. Lo scorso anno abbiamo formato più di 100 persone, il 90 percento delle quali erano cinesi. Formate alla sicurezza, al primo soccorso, all’antincendio, proprio come tutte le aziende italiane sono obbligate a fare. Ma cosa sono 100 persone in una città che conta decine e decine di migliaia di migranti fra regolari irregolari e clandestini?E' un po' come chiedere "più controlli’". In queste ore è stato un susseguirsi di comunicati stampa, di dichiarazioni. Sono tutti diventati profeti chiedendo "più controlli’". Come se questa amministrazione non portasse avanti questo progetto da anni. Ma come possiamo controllare a tappeto migliaia di aziende senza gli strumenti opportuni? Come possiamo rimpatriare i clandestini senza che vi siano accordi bilaterali fra Italia e Cina? Qualcosa comunque si sta muovendo, anche se è sempre troppo poco.

Proprio qualche mese fa, il primo cinese clandestino sfruttato ha deciso di fidarsi delle istituzioni ed ha voluto denunciare il suo aguzzino. Il Comune di Prato si è per questo costituito parte civile ed a breve vi sarà la sentenza. A questo altri ne stanno seguendo dopo la campagna contro lo sfruttamento dei clandestini che il comune ha portato avanti.

Il direttore generale all’immigrazione del ministero del lavoro, sensibile al caso Prato che da  tempo si è impegnato con fondi ministeriali, mi ha chiamato questa mattina mettendosi a disposizione per trovare insieme alla giunta ed al sindaco delle soluzioni.

Una cosa è certa, non tutta l’immigrazione è uguale e a Prato da quello che sarebbe stato un fenomeno normalissimo (come in tutti gli altri paesi del mondo) ci siamo trovati a dover gestire un problema enorme, una emergenza totale. L’immigrazione "buona" va tutelata se nell’ambito di numeri che una città come la nostra può metabolizzare, quella cattiva va combattuta senza se e senza ma. Proprio come si combatte l’illegalità dei nostri connazionali".

1766/13

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