Il Consiglio comunale straordinario commemora le vittime della fabbrica-dormitorio e dice basta allo sfruttamento dei lavoratori e all'illegalitą
«Chiediamo allo Stato e alle autorità della Repubblica Popolare Cinese di fare di più per arginare questa emergenza che Prato vive da troppi anni». E' stato questo il messaggio principale espresso dal sindaco Roberto Cenni e il senso stesso del Consiglio comunale strordinario convocato oggi nella giornata di lutto cittadino per le 7 vittime del rogo nella confezione cinese al Macrolotto 1. La seduta è stata avviata dai rintocchi della campana La Risorta di Palazzo Pretorio, seguita da un minuto di silenzio dell'assemblea. Tante le autorità presenti: il Vescovo Monsignor Franco Agostinelli, il Prefetto Maria Laura Simonetti, la console cinese Wang Xinxia, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il consigliere regionale eletto a Prato Fabrizio Mattei, la vicepresidente della Provincia Ambra Giorgi, i sindaci dell'area, il presidente del Tribunale di Prato, i rappresentanti delle Forze dell'Ordine, dei sindacati e delle categorie economiche.
In apertura il presidente del Consiglio comunale Andrea Amerini ha letto i telegrammi di solidarietà del presidente del Consiglio Enrico Letta e del Ministro dell'Interno Angelino Alfano, che hanno assicurato l'intervento del Governo per adottare misure di sostegno sul territorio al fianco del Comune. E' stato letto dal presidente della Regione Rossi anche il messaggio di solidarietà del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha sollecitato "interventi concertati a livello nazionale, regionale e locale per far emergere da una condizione di insostenibile illegalità e sfruttamento realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico toscano e italiano". Messaggi di cordoglio sono poi arrivati dai Comuni di Pistoia e di Barletta, che ha fatto fare anche un minuto di silenzio nelle proprie scuole, e dalla città gemellata di Wangen in Cina. Molto commosso l'intervento della console Xinxia, che è scoppiata in lacrime ricordando le vittime dell'incendio nella fabbrica-dormitorio. «E’ la prima volta nella storia di Prato che viene indetto il lutto cittadino. Questo è un giorno di cordoglio, in cui esprimiamo le condoglianze ai familiari delle 7 persone morte tragicamente nel rogo della confezione - ha detto il presidente del Consiglio Andrea Amerini - ma da questo scaturisce anche la necessità di fare una riflessione più ampia su quanto è avvenuto, perché altrimenti aver indetto il lutto cittadino rimarrebbe un atto privo di vero contenuto. Di fronte a fatti così gravi, che avvengono nelle periferie della nostra città, il compito della politica è quello di interrogarsi sull’accaduto e adoperarsi perché simili tragedie non avvengano più. Questo non è il momento di elevare steccati tra i partiti, non è il momento di rinchiudersi dietro le ideologie, ma è sicuramente il momento di mettersi al servizio della città, di trovare una soluzione che riporti alla legalità e alla sicurezza una situazione che non può più essere ignorata, perché non è degna di un Paese civile». «Quella di via Toscana è stata una tragedia annunciata - ha dichiarato il sindaco Cenni - Ci sono centinaia di situazioni analoghe a rischio nella nostra città ed è stato un miracolo che non fosse successa prima una cosa del genere. Per questo ringrazio anche il grandissimo lavoro svolto dalla nostra PIOlizia Municipale, che negli ultimi quattro anni ha portato avanti un grandissimo lavoro di controllo su aziende e negozi per verificare il rispetto delle normative. Questa città deve tornare alla normalità e per farlo occorre che Prato abbia quelle risorse e quel riconoscimento che la terza città del Centro Italia merita: non è accettabile che Prato abbia a disposizione meno mezzi, per organico e peso decisionale, di altre realtà territoriali anche più piccole come Grosseto, Pisa o Livorno. Non è una questione di campanilismo, ma una necessità, per far fronte agli urgenti bisogni del territorio. Quella pratese è una comunità aperta, capace di accogliere. Ma non si può parlare di integrazione se prima non si riesce a far comprendere il significato di parole come “diritti” e “doveri”, che devono essere in stretta correlazione tra loro. Quello della commemorazione di oggi è già un segnale importante di compattezza, come lo è stata la fiaccolata. Confrontiamoci, mettiamo sul tavolo delle soluzioni, chiediamoci cosa possiamo fare da domani mattina per risolvere questo problema. Perché da un evento negativo scaturisca qualcosa di positivo. Mi aspetto però che lo Stato, la Regione e le autorità cinesi facciano di più di quello che è stato fatto finora».
Al termine della seduta tutti i consiglieri, la giunta e i rappressentanti istituzionali presenti sono confluiti in piazza San Domenico nel corteo organizzato da Cgil, Cisl e Uil e partito da via Pistoiese per andare a deporre una corona di fiori a nome della città di Prato presso il monumento ai Caduti sul Lavoro in Piazza Cardinale Niccolò.
cb
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