A Prato in 5 anni sequestrata merce contraffatta per 81 milioni di euro
A Prato nell'arco di cinque anni, dal 2008 al 2012, sono stati effettuati 324 sequestri di merce contraffatta, pari al 5% di quelli nazionali e al 17% di quelli in Toscana, per un totale di 3,5 milioni di articoli e un valore complessivo di 81 milioni di euro. Sono questi i dati sulla lotta alla contraffazione emersi stamani nel convegno nazionale ospitato nel salone consiliare "Etica e cultura della legalità nelle dinamiche produttive. Caratteristiche e contrasto del coinvolgimento di cittadini stranieri nella filiera della contraffazione", coordinato dal Comune di Prato e da Anci nazionale. Il convegno costituiva una tappa fondamentale nell’ambito del Progetto territoriale anticontraffazione, presentato dalla Polizia Municipale di Prato sulla scorta di un bando nazionale coordinato dal Ministero dello Sviluppo Economico - Direzione generale per la lotta alla contraffazione e dall’ANCI.
I lavori, moderati dalla giornalista Silvia Pieraccini del Sole 24 Ore, sono stati aperti dal vice prefetto Livia Benelli e dall'assessore alla Sicurezza Urbana Aldo Milone. Hanno inoltre preso parte alla discussione Gianluca Scarponi della direzione generale per la lotta alla contraffazione del Ministero dello Sviluppo economico, Antonio Ragonesi, responsabile Area Sicurezza e Protezione Civile di Anci, Carlo Pasquariello, capo gabinetto della Questura di Prato, Gino Reolon, comandante provinciale della Guardia di Finanza, Andrea Pasquinelli, comandante della Polizia Municipale, Elio Montanari, ricercatore universitario esperto in materia di sicurezza e legalità, Elvio La Tassa, direttore dell'Agenzia delle Dogane di La Spezia, Giovanni Cassone, direttore dell'Agenzia delle Dogane di Prato e Pistoia, Matteo Ye del Gruppo di collegamento cinese a Prato, Wang Li Ping, vicepresidente di Cna Prato e Presidente di Cna World China, il presidente della Camera di Commercio di Prato Luca Giusti, Andrea Cavicchi dell'Unione Industriale di Prato, Vitantonio Lagonigro della Direzione Territoriale del Lavoro, Stefania Magi della Consulta Immigrazione di Anci Toscana, il commissario della Polizia Municipale di Prato Giovanni Morosi del progetto anticontraffazione e Valentina Sardi del Servizio Immigrazione del Comune. Le conclusioni sono state affidate a Giorgio Pighi, sindaco di Modena e delegato Anci per la Sicurezza.
Come ha messo in luce il convegno, Prato è l'unico caso in Italia ad applicare due strumenti innovativi per la lotta all'illegalità e all'evasione come il sequestro preventivo penale degli immobili oggetto di abusi edilizi e mancata osservanza delle normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e l'ordinanza di inagibilità emessa dal sindaco, che di fatto obbliga il proprietario dell'edificio a ripristinare le condizioni di sicurezza e a rimuovere gli abusi prima di poter riaffitare. Il Comune in sostanza ha saputo dotarsi di due strumenti incisivi, nell'ambito delle proprie prerogative amministrative, a fronte degli scarsi mezzi messi a disposizione dalle larghe maglie e dalle lentezze della legislazione nazionale. Lacune ancora più evidenti e gravi se si pensa a quanto avvenuto in quel capannone produttivo in via Toscana e al fatto che il divieto di abitazione in un luogo di produzione è contemplato solo nel regolamento comunale, ma non è previsto esplicitamente dalle normative nazionali, come ha rilevato il comandante della Municipale Pasquinelli.
Uno dei problemi che più da vicino poi riguardano Prato è l'etichettatura dei prodotti realizzati dalle ditte cinesi o importati dalla Cina, che spesso, come è emerso dai tanti controlli effettuati dal Gruppo Interforze e dai vigili, non sono a norma o contengono componenti pericolose per la salute: «Si tratta di articoli che possono avere effetti nocivi per la salute per come sono stati trattati, pensiamo alla pelle, tinti o realizzati - ha detto l'assessore Milone - I controlli anticontraffazione sono quindi anche nell'interesse della salute degli acquirenti. Ancora una volta la Polizia Municipale si distingue quindi per il suo operato anche nel campo della contraffazione. Ma non solo. Spesso durante i controlli tesi in questo senso vengono scoperti altri illeciti ed irregolarità. Sono tantissimi ad esempio i casi in cui sono state trovate bombole di gas in esercizi commerciali e confezioni. La tragedia di via Toscana avrebbe potuto verificarsi altre volte».
cb
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