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Comune di Prato

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17/12/2013 15:55
Silli Sicurezza e Immigrazione Il piano è oggetto di discussione della giunta regionale, in seguito al rogo del 1° dicembre di Prato

Silli sul piano straordinario della Regione Toscana

«Di straordinario questo piano ha solo l’inadeguatezza e il ritardo storico, il tempo è scaduto»

L’assessore Silli interviene in merito al sedicente piano straordinario della Regione Toscana in seguito al rogo del 1° dicembre di Prato.

«Di straordinario questo piano ha solo l’inadeguatezza e il ritardo storico. Ho appreso dagli organi di stampa alcune delle ipotesi avanzate dal presidente Rossi per cercare, seppur tardivamente, di risolvere il problema del distretto parallelo a Prato. Non posso che dirmi assolutamente contrario e soprattutto molto stupito del fatto che ancora si continui a voler risolvere i problemi creandone di nuovi. Insomma, per usare un modo di dire pratese, Rossi “vuol toglierci la sete col prosciutto”. Come si può pensare di dare un permesso di soggiorno ai clandestini trovati durante i blitz tout court? Quindi, se non capisco male, il governo cinese non li riprende indietro e noi dovremmo sanare questa situazione anziché punendo, premiando un illecito? Il migrante in questione non si sente sfruttato o vessato. Il punto è proprio questo. Utilizziamo gli strumenti che la legge ci offre premiando solo ed eventualmente quei clandestini che denunciano i loro sfruttatori permettendone la condanna. Così facendo renderebbero possibile alla legge perseguire i pesci grossi e non gli schiavi del sistema; come nel caso del cinese che ha collaborato con il Comune e con la Procura, così come stanno facendo altri. Leggo poi di improbabili centri multilingue per la realizzazione di campagne sulla sicurezza. Nessun centro multilingue. In Italia si parla l’italiano. Se proprio vogliamo innescare un processo di integrazione del distretto lo si faccia con progetti mirati, proprio come ha fatto il Comune negli ultimi 4 anni con corsi sulla scurezza, materiale informativo etc. La comunità cinese ha avuto e ha tutti gli strumenti per un’integrazione efficace; li usi. Leggo inoltre l’ennesimo accanimento e tentativo di demonizzazione contro i proprietari dei capannoni; trovo giusto che da un punto di vista etico il proprietario debba vigilare, ma non trovo assolutamente normale che le istituzioni tentino di scaricare il problema sui proprietari degli stabili. Un privato non può e non deve sostituirsi allo Stato. E’ lo Stato che deve dimostrare di essere forte, più forte dell’illegalità. Concludo dicendo che non ho mai amato chi fa di tutta l’erba un fascio, anche nella comunità cinese c’è il “buono” e il “poco buono”: c’è chi veramente cerca di integrarsi e chi purtroppo ancora oggi scherza con le istituzioni. Il tempo è scaduto, è l’ora di mettersi in regola, senza se e senza ma.»

1896/13

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