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Comune di Prato

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18/12/2013 17:46
Lana Consiglio Comunale Dopo il richiamo arrivato dal Quirinale e le proposte del presidente della Regione Enrico Rossi

Caso Prato, l'intervento del consigliere Vittorio Lana

In seguito al richiamo del Quirinale sul "caso Prato" e alle proposte del governatore regionale Enrico Rossi il consigliere del Pdl Vittorio Lana dichiara quanto segue:

“Dopo il richiamo del Quirinale, quanti ragli sul caso Prato. Chi abbia minima cognizione delle attività commerciali sul territorio non può non sapere che il distretto parallelo cinese riguarda imprese insediate nelle provincie di Prato, Pistoia e Firenze donde tutto ebbe origine negli anni 80. Quali differenze tra i fatti di via Toscana con i pericoli corsi, ad esempio, dalle cinque persone ieri l’altro nella casa laboratorio di Campi Bisenzio.

Quanto poi alle sorprendenti proposte del governatore Rossi di incentivare l'emersione di rapporti di lavoro a nero con la promessa di regolarizzare clandestini che denuncino gli schiavisti, ci si chiede come ciò possa avvenire senza documenti di identificazione mai trovati in migliaia di controlli. Forse attraverso autocertificazione e totale mancanza di senso del ridicolo nell’affrontare temi di questa portata con qualche escamotage. 

Ma non basta, Rossi alludendo agli sfruttatori che controllano le attività economiche, propone di far pagare le tasse a tutti, come se gli Organi deputati a ciò, presenti sul territorio, fossero restati a braccia conserte, non avessero sequestrato decine e decine di magazzini di merci comprese quelle d’import in UE dalla Cina, né avessero denunziato illeciti trasferimenti valutari per miliardi tramite money transfer e l’A.G. non avesse istruito processi ed inflitto condanne. Però si è ben guardato dal denunciare l'immobilismo, sul punto, dei Comuni della Piana amministrati dalla sinistra.

Comprensibile l’imbarazzo di ammettere che l’unico Sindaco attivo su questo fronte è proprio quello di Prato, che adottò un programma di segnalazioni qualificate all'Agenzia Entrate, GdF ed INPS sin dal suo insediamento, mettendo in campo oltre agli arcinoti blitz interforze, i sequestri di macchinari, merci ed immobili, anche qualcosa come 1000 segnalazioni web: insomma, dando quel contributo che tutti gli Enti locali sono tenuti a fornire per il controllo del territorio. Se queste azioni di contrasto non hanno fermato degrado ed espansione del distretto parallelo, ne hanno certamente ridotto la spinta e gli effetti nefasti.

Con un minimo di lucidità in più si può osservare che si è di fronte a fenomeni riproducibili basati su imprese "apri e chiudi" (2 anni di vita media); a soggetti economici schermati da prestanome; ad un clima di assoluta omertà; ad un facile ammortamento delle perdite subite nei controlli; a trasferimenti valutari irregolari ed a fenomeni oltremodo complessi.

A questo punto, sorge il dubbio che possa esservi anche un convitato di pietra, tutto normativo, di competenza di Governo e Parlamento: ci si chiede se si voglia o meno, squarciare quel velo di sospetti da molti adombrato, circa la presenza di mafie territoriali che controllerebbero molte attività economiche attraverso lo sfruttamento schiavista di clandestini compresi minori, nei laboratori lager del made in Italy e con il caporalato, nei campi di raccolta dei prodotti tipici del Paese, avvelenando non solo terreni, ma rapporti sociali e di lavoro, libera concorrenza e prezzi, all’interno di importanti filiere.

Quindi ben vengano le misure per Prato e per esser chiari, non solo Prato e non per improvvisatori”.

1907/13

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