Il Centro Pecci ha potenzialitą inespresse ma deve dire no alle chiusure a riccio
Il sindaco Roberto Cenni afferma quanto segue:
"Quella in atto al Centro per l'Arte Contemporanea "Luigi Pecci" non è una semplice ristrutturazione bensì il tentativo di far esprimere al centro tutte le potenzialità che troppo a lungo, a causa di una chiusura a riccio, non è stato in grado di manifestare.
Di fronte a un progetto come quello dell'Amministrazione comunale e della Regione Toscana, che intende far acquisire al Pecci la valenza di centro per l'arte contemporanea e non solo quella di museo, ritengo sia necessario un forte entusiasmo per affrontare questa sfida. Di contro, leggo nei contenuti di una recente petizione, un atteggiamento del tutto di parte e teso solo al mantenimento di privilegi con spirito conservativo.
Il Centro Pecci è impegnato in una fase di riorganizzazione e di crescita, alla ricerca di nuove sinergie nel mondo delle culture contemporanee, capaci di sviluppare funzioni non esclusivamente museali. Un progetto attraverso il quale il Pecci si candida ad entrare in rete con altri centri di valenza internazionale, con accesso ad una più ampia comunicazione, aumentando la propria capacità attrattiva nei confronti del pubblico.
Al contrario, ad esempio, della chiusura a riccio che per 23 anni ha purtroppo caratterizzato il Centro Informazione e Documentazione (CID)/Arti Visive, drenando risorse senza esaltare le potenzialità della struttura, che ha visto come unico risultato circa 900 presenze all'anno. Un dato che fa rendere facilmente conto come dietro a certe proteste ci sia solo il semplice egoismo di mantenere i privilegi acquisiti negli anni. Sono di contro fermamente convinto che il servizio, attraverso nuove funzioni può portare più ragguardevoli risultati, purché non sia condotto così come lo è stato fino ad oggi.
Il consiglio di amministrazione ha invece deciso di esplorare le strade della crescita, richiedendo la collaborazione di quanti possano rendere raggiungibili nuove sinergie con chi già opera ad un livello di relazioni più alto e diffuso di quanto in autonomia lo stesso centro non può garantire. Anche il Pecci non è esente dalla necessità di fare di più e meglio, raggiungendo risultati adeguati alle sue potenzialità, troppo a lungo inespresse".
mc
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