Discariche della camorra, l'intervento del consigliere Pdl Vittorio Lana
In seguito alle dichiarazioni del procuratore nazionale antimafia Roberti il consigliere del Pdl Vittorio Lana dichiara quanto segue:
"Oramai è clima da chi la spara più grossa sulle discariche della camorra in quel di Prato.
Se è vero che il tenore dell'intervista rilasciata dal Procuratore Naz. Antimafia Roberti, riferita all’indagine di qualche anno fà sul commercio di stracci non trattati ad opera di camorristi insediati a Montemurlo, sarebbe stato falsato da errata interpretazione, da parte del giornalista di Associated Press, sono in tanti a doversi dare una calmata.
In concreto, è stato scritto "toxic waste dumping" mentre, come taluno ha osservato, si sarebbe potuto scrivere "textile waste dumping" senza che giornalisti, media, politici e cittadini venissero travolti da tanto clamore.
E' pur vero che i tempi son difficili, la congiuntura economica negativa persiste, chinatown pesa come un macigno sugli equilibri socio economici di tutto il distretto, compresi i territori limitrofi della Piana e serve grande lucidità di lettura dei veri nodi da sciogliere e dei punti critici su cui bisognerebbe intervenire a livello politico-amministrativo, giudiziario ed all'occorrenza normativo.
Intanto dei fenomeni delinquenziali rilevabili sul territorio è bene che continuino ad occuparsene le Forze dell'Ordine e l'Autorità Giudiziaria che non risulta abbiano affatto abdicato alle loro funzioni. Anzi, da quanto è dato sapere, attraverso organi di stampa, è in corso una indagine nell'ambito della quale sono stati operati arresti importanti tra cui la Lorenzetti ex personaggio politico di primo piano ed attuale presidente Italfer e sono in corso approfondimenti, circa lo smaltimento di rifiuti speciali ex TAV, trasportati nelle ex miniere di Cavriglia (AR), con il presunto coinvolgimento di esponenti della camorra.
Ed ove venisse riscontrata la veridicità delle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone che ha indicato le precise località toscane e non solo, di provenienza dei rifiuti speciali e veleni smaltiti in terra di Lavoro campana, si tratterebbe di collegamenti storici che saranno già, di sicuro, al vaglio degli Organi competenti.
La novità dell'intervista è che sarebbero stati adombrati collegamenti tra la camorra e la mafia cinese di Prato e qui la musica cambia per due ragioni.
In primo luogo si darebbe per scontata la esistenza delle c.d. Triadi, sul territorio, e di conseguenza, anche all'interno della filiera del tessile abbigliamento della Chinatown nostrana, dato che una organizzazione criminale opera, da che mondo è mondo, dove ci sono i quattrini, quindi nel controllo dell'economia e finanza, del gioco d'azzardo, nello sfruttamento della prostituzione, della droga ed ovunque ci siano affari & sghei.
Ebbene se questa ipotesi dovesse risultare suffragata a livello d'indagini, non c'è nessun motivo per allarmarsi dato che Organi ed Autorità competenti hanno dato ampia prova di sapere dove metter le mani, mentre emerge un punto critico che dovrà essere sottoposto al vaglio di Governo e Parlamento.
Ci si riferisce al controllo delle attività economiche attuato attraverso programmate e non incidentali forme di schiavitù e sfruttamento di clandestini, imprese costituite ad hoc e prestanome, in un clima di totale omertà e soggezione delle vittime, tale da avvelenare i rapporti di lavoro ed inquinare libera concorrenza e formazione di prezzi all'interno della filiera del distretto.
Ci si chiede, per esempio, se non siano maturi i tempi per non operare distinzioni, nel comma 2 art. 600 C.P. ai fini del 416 bis, tra forme di schiavitù e sfruttamento delle prostitute nelle vie cittadine rispetto ai clandestini delle vaste coltivazioni e dei laboratori-lager. O forse le prime, per principio, sono ancora meritevoli di maggiori tutele dei secondi? Sembrerebbe di no perché il Paese è cambiato ed il lavoro è tuttora il fondamento stesso del patto Costituzionale.
E' chiaro che si tratta di un problema rilevabile a Prato, come in altre aree industriali ed agricole del Paese, da Milano a Trapani passando per Terra di Lavoro, Metaponto o Piana di Sibari. Ed occorre una risposta in tempi brevi perché il pagliaio brucia ed occorre separare il grano dal miglio".
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