27/12/2013 12:42
Mostre
L'ingresso è libero e l'orario è: 16- 19 tutti i giorni; 16-20 nei giorni di spettacolo al Metastasio. Chiuso domenica e lunedì e nei giorni 31 dicembre e 1 gennaio
La passione è condivisione: grande successo di pubblico per la mostra dei cimeli verdiani donati alla città da Goffredo Gori
Il Metastasio e Verdi è il primo percorso nel foyer del teatro e Verdi al Metastasio è la mostra al Ridotto Montalvo Casini
Verdianamente è il titolo che Prato ha
scelto per due mostre che espongono al pubblico la
donazione di Goffredo Gori e della sua famiglia alla
città di Prato. Le mostra, allestite nel Foyer e nel ridotto
del Teatro Metastasio celebrano il maestro Verdi nell’anno
del bicentenario della sua nascita all’interno di un corposo
progetto (2013Prato-Verdi1813) firmato dallo stesso Gori,
iniziato a marzo con la Messa da Requiem nella Chiesa di San
Francesco a Prato.Tutto questo alla vigilia della ricorrenza del
50° anno dalla riapertura del teatro Metastasio, che avvenne
nel 1964 dopo anni di restauri con un memorabile Trovatore che vide
in scena grandi nomi della lirica come Federa Barbieri e Ettore
Bastianini diretti allora dal maestro pratese Luciano Bettarini.
Il catalogo della mostra, come anche l'allestimento è curato da Chiara Martini.
Scuole, licei, associazioni oltre a moltissime persone hanno visitato in questi giorni le mostre, grazie anche all'apertura straordinaria di domenica del Metatstasio.
Domenica infatti, dopo la rappresentazione di "Fortunino V.", lo spettacolo sull'infanzia verdiana con la regia di Tom Geri, interpretato dagli studenti delle Scuole Lippi e Malaparte, il pubblico i ragazzi ed genitori hanno invaso lo spazio della mostra al Ridotto.
Chiara Martini, la curatrice della mostra e Goffredo Gori hanno accompagnato i gruppi senza sosta.
L'intreccio tra il Verdi genio universale e le affinità locali,ovvero quelle corrispondenze con la nostra città che Goffredo Gori ha rintracciato e collegato alla visualità suggestiva di documenti autografi come anche anche le sfiziose curiosità lcome la collezione di figurine Liebig ,destano l'interesse dei visitatori, giovani e meno giovani tessendo l'immagine di un Verdi inedito, tutto da scoprire.
L'ingresso è libero e l'orario è: 16- 19 tutti i giorni; 16-20 nei giorni di spettacolo al Metastasio.
Chiuso domenica e lunedì e nei giorni 31 dicembre e 1 gennaio.
Il Metastasio e Verdi è il primo percorso nel foyer del teatro: un cammino che ha origine da quel Trovatore del 1964 per “ri-trovare” a ritroso la storia dell’opera lirica al Metastasio, non solo con Verdi, ma anche con i suoi contemporanei fino a Puccini e Mascagni e Cilea.
Verdi al Metastasio è la mostra al Ridotto Montalvo Casini, attraverso la quale Goffredo Gori ha per la prima volta ripreso una per una, tutte le opere di Verdi rappresentate al Metastasio dalla prima storica volta in cui apparve Ernani di Verdi nel 1845 appena pochi mesi dopo la prima de La Fenice di Venezia, fino ad arrivare all’ultima opera (Falstaff del 1953) che è passata dal palcoscenico del Metastasio.
Il corpus della mostra è composto da 144 pezzi iconografici, alcuni dei quali di grande suggestione e interesse.
Dal libretto della prima del Trovatore del 1853 al Teatro Apollo di Roma, quando la prima Zingara- Azucena fu Emilia Goggi Marcovaldi cantante pratese; all’autografo di Raffaele Mirate il primo Duca di Mantova di Rigoletto del 1851.
La mostra è particolarmente divertente anche per i deliziosi cimeli certo meno scentifici ma di certo fortemente evocativi quali la ricca galleria di cartoline postali verdiane e le figurine Liebig.
Il percorso della mostra si conclude in uno spazio riservato dove è mostrato un autografo di Verdi che nel “Copialettere 1913” è pubblicato come “l’ultima lettera di Verdi”: 18 agosto 1900, cinque mesi prima della morte.
Particolarmente interessante la corrispondenza e le connessioni fra Verdi e alcuni personaggi pratesi come Emilia Goggi Marcovaldi, prima interprete pratese di Azucena o con il tenore pratese Tobia Bertini-Radames con Toscanini, ma anche con Lorenzo Bartolini, Sem Benelli e con l’anarchico regicida Gaetano Bresci.
Il catalogo della mostra, come anche l'allestimento è curato da Chiara Martini.
Scuole, licei, associazioni oltre a moltissime persone hanno visitato in questi giorni le mostre, grazie anche all'apertura straordinaria di domenica del Metatstasio.
Domenica infatti, dopo la rappresentazione di "Fortunino V.", lo spettacolo sull'infanzia verdiana con la regia di Tom Geri, interpretato dagli studenti delle Scuole Lippi e Malaparte, il pubblico i ragazzi ed genitori hanno invaso lo spazio della mostra al Ridotto.
Chiara Martini, la curatrice della mostra e Goffredo Gori hanno accompagnato i gruppi senza sosta.
L'intreccio tra il Verdi genio universale e le affinità locali,ovvero quelle corrispondenze con la nostra città che Goffredo Gori ha rintracciato e collegato alla visualità suggestiva di documenti autografi come anche anche le sfiziose curiosità lcome la collezione di figurine Liebig ,destano l'interesse dei visitatori, giovani e meno giovani tessendo l'immagine di un Verdi inedito, tutto da scoprire.
L'ingresso è libero e l'orario è: 16- 19 tutti i giorni; 16-20 nei giorni di spettacolo al Metastasio.
Chiuso domenica e lunedì e nei giorni 31 dicembre e 1 gennaio.
Il Metastasio e Verdi è il primo percorso nel foyer del teatro: un cammino che ha origine da quel Trovatore del 1964 per “ri-trovare” a ritroso la storia dell’opera lirica al Metastasio, non solo con Verdi, ma anche con i suoi contemporanei fino a Puccini e Mascagni e Cilea.
Verdi al Metastasio è la mostra al Ridotto Montalvo Casini, attraverso la quale Goffredo Gori ha per la prima volta ripreso una per una, tutte le opere di Verdi rappresentate al Metastasio dalla prima storica volta in cui apparve Ernani di Verdi nel 1845 appena pochi mesi dopo la prima de La Fenice di Venezia, fino ad arrivare all’ultima opera (Falstaff del 1953) che è passata dal palcoscenico del Metastasio.
Il corpus della mostra è composto da 144 pezzi iconografici, alcuni dei quali di grande suggestione e interesse.
Dal libretto della prima del Trovatore del 1853 al Teatro Apollo di Roma, quando la prima Zingara- Azucena fu Emilia Goggi Marcovaldi cantante pratese; all’autografo di Raffaele Mirate il primo Duca di Mantova di Rigoletto del 1851.
La mostra è particolarmente divertente anche per i deliziosi cimeli certo meno scentifici ma di certo fortemente evocativi quali la ricca galleria di cartoline postali verdiane e le figurine Liebig.
Il percorso della mostra si conclude in uno spazio riservato dove è mostrato un autografo di Verdi che nel “Copialettere 1913” è pubblicato come “l’ultima lettera di Verdi”: 18 agosto 1900, cinque mesi prima della morte.
Particolarmente interessante la corrispondenza e le connessioni fra Verdi e alcuni personaggi pratesi come Emilia Goggi Marcovaldi, prima interprete pratese di Azucena o con il tenore pratese Tobia Bertini-Radames con Toscanini, ma anche con Lorenzo Bartolini, Sem Benelli e con l’anarchico regicida Gaetano Bresci.
Guarda lo spot
http://www.youtube.com/watch?v=xsSgtaWoYDc
1953/13
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