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Comune di Prato

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17/01/2014 10:47
verdi Mostre "Verdianamente", ad ingresso libero, è visitabile fino a domani, sabato 18 gennaio

Si chiude domani la mostra dedicata a Giuseppe Verdi al Teatro Metastasio

L'esposizione ha registrato una grande affluenza di pubblico

Si chiude domani, sabato 18 gennaio, l'interessante e divertente mostra dedicata al Giuseppe nazionale, il burbero e scontroso Verdi che nel suo testamento chiese  funerali " senza canti nè suoni, nè colle solite formule".

L'originale e geniale compositore sarebbe forse contento di come la città di Prato ha ricordato il bicentenario dalla sua nascita. La filantropia di Verdi che a Milano regala la "Casa di riposo per vecchi musicisti", si associa a quella pratese di Goffredo Gori che dona la sua collezione verdiana all'amministrazione cittadina. 

A Prato infatti questa ricorrenza è stata celebrata con un evento davvero originale, ovvero con la donazione di una collezione privata alla città. «Se tanti altri facessero così - ha dichiarato Umberto Cecchi, presidente del Teatro Metastasio - la città sarebbe migliore».

La passione per questo tema è il valore aggiunto, che non passa inosservato, di tutta l'operazione, che vede impegnati quotidianamente Goffredo Gori e Chiara Martini, curatrice della mostra, a spiegare il percorso espositivo e a guidare gli spettatori tra i numerosi cimeli verdiani. Tra questi, "l'ultima lettera di Verdi", un autografo originale che accanto alla suggestione emotiva racconta un pezzo di storia italica e anche uno squarcio sulla poetica verdiana: la sincerità espressiva, l'umanità, la storia di figli e padri, di re buoni e tiranni, di gobbi e zingare.

La mostra è - come scelta di fondo di Goffredo Gori e Chiara Martini - una galleria storica delle 15 opere di Verdi rappresentate al Teatro Metastasio, partendo da quella "prima volta" di Ernani che arrivò al nostro teatro appena sei mesi dopo la sua prima esecuzione, a Venezia nel 1844.

Ma gli intrecci di corrispondenze fra Verdi e la nostra città sono molteplici e si manifestano in tipologie di reperti e documenti tra i più disparati: dalle lettere autografe come quella del primo tenore del Rigoletto (1853) e del primo baritono Simon Boccanegra (1857), o dei pratesi Tobia Bertini (tenore) e Emilia Goggi Marcovaldi, la prima interprete del Trovatore nel 1853. C'è Cesare Ciardi flautista pratese, un "maniaco" trascrittore delle opere di Verdi; c'è Gaetano Bresci, l'anarchico regicidia, cui Verdi fa riferimento nella sua "ultima lettera" in mostra.

La continua affluenza di pubblico poi, è un chiaro sintomo dell'amore sincero che la città nutre per la lirica e per il grande compositore di Busseto. La mostra è visibile ad ingresso libero ogni giorno fino a sabato 18 gennaio al Teatro Metastasio.

64/14

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