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Comune di Prato

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23/01/2014 13:28
Polizia Municipale Polizia municipale La moglie aveva recentemente sporto querela, dopo anni di violenze subite da lei e dai figli

Arrestato per maltrattamenti un 53enne di origine pakistana

L'uomo, sottoposto a provvedimento di custodia caoutelare, è stato accompagnato al carcere della Dogaia

E’ stato arrestato ieri dalla Polizia municipale, con provvedimento di custodia cautelare, un uomo accusato di maltrattamenti in famiglia, percosse, lesioni aggravate e violenza privata aggravata. L’uomo, da anni residente a Prato, è un 53enne di origine pakistana, ma con cittadinanza italiana.

La Polizia Giudiziaria stava indagando sul caso da quando la moglie dell’uomo aveva sporto querela, per denunciare, dopo anni di silenzio, una lunga storia di maltrattamenti sopportati in pieno isolamento. La decisione di aprirsi e di far cessare la spirale di violenza non è stata facile ma la donna alla fine ha trovato la forza di raccontare la drammatica vicenda. Il marito le vietava di uscire di casa senza la propria autorizzazione, la offendeva per motivi futili, la picchiava selvaggiamente davanti ai figli, colpendo anch'essi qualora tentassero di difenderla, e la sottoponeva a punizioni umilianti quando non soddisfaceva i suoi istinti sessuali. L'indagato non aveva esitato a colpirla con calci e pugni al ventre anche quando la donna era in stato interessante. L’episodio più grave risale a poco tempo fa, quando la donna era stata aggredita ed aveva riportato lesioni per le quali le era stata data una prognosi di 30 giorni.

Negli ultimi tempi l'uomo aveva smesso di contribuire al mantenimento della famiglia, che era sostenuta dai soli servizi sociali, costringendola ad uno stato di indigenza e di sudditanza psicologica e materiale.

Le indagini hanno acquisito elementi di riscontro con i racconti della donna, anche fuori dal nucleo familiare, che sono stati ritenuti idonei dal giudice per le indagini preliminari ad emettere il provvedimento di custodia cautelare.

L’uomo è stato quindi accompagnato al carcere della Dogaia.

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