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Comune di Prato

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11/03/2014 12:00
Palazzo Pretorio Cultura Le prime notizie sono del 1284. Dal 1912 è sede del Museo Civico

Palazzo Pretorio, la storia

La chiusura nel 1998 per permettere l'avvio dei lavori di consolidamento statico dell'edificio

Palazzo Pretorio domina la piazza del Comune, silenzioso testimone delle vicende della città per oltre settecento anni. Oggi il suo aspetto ne racconta la lunga e travagliata storia, attraverso l’alternarsi degli stili architettonici e i continui rimaneggiamenti della sua struttura.

Le prime notizie documentarie dell’edificio come palazzo pubblico risalgono al 1284, quando il Capitano del Popolo Francesco de’ Frescobaldi acquistò parte delle case torri della famiglia dei Pipini per farne l’abitazione dei magistrati forestieri. Per ottenere maggiori spazi, a uso del tribunale e delle prigioni, il Palazzo fu ampliato fra il 1334 e il 1338 a opera di maestranze fiorentine; queste edificarono l’imponente blocco in chiara pietra alberese, il cui prospetto principale, verso la piazzetta, è caratterizzato da ampie bifore e dai vasti saloni interni. Nella nicchia trecentesca posta sopra la porta di accesso del primo piano fu collocata la statua in pietra di Roberto d’Angiò (distrutta dalle truppe francesi nel 1799), che era stato insignito della Signoria della città.

Successivi interventi e un grave crollo ne modificarono in parte l’aspetto esterno, e nel Cinquecento furono realizzate nuove aperture, l’attuale merlatura e la vela dell’orologio (su progetto di Nanni Unghero). La scalinata esterna conserva il ballatoio cinquecentesco su arconi, mentre le rampe furono rinnovate nel Settecento e con il restauro ‘in stile’ del primo Novecento. Dal 1587 all’inizio del Settecento parte del piano terreno fu adibita a sede del Monte di Pietà.

A partire dalla metà del Settecento il Pretorio ospitò uffici governativi del Granducato di Toscana, poi decentrati in strutture più ampie e moderne nel corso dell’Ottocento. Ciò portò all’abbandono del palazzo, che a fine secolo versava in pessime condizioni, tanto che fu valutata l'ipotesi di demolirlo. Dagli inizi del Novecento si svolsero numerosi interventi di restauro e dal 1912 in Palazzo Pretorio ebbe sede la nuova Galleria Comunale, precedentemente ospitata nel Palazzo del Comune. Durante il periodo bellico e negli anni successivi, i locali furono sede di forze militari e di uffici. Il Museo riaprì nel 1954 con il nuovo allestimento curato da Giuseppe Marchini, rimasto sostanzialmente invariato fino all’ultimo complessivo restauro, avviato nel 1998.

La storia dei restauri recenti prese però il via nel 1986, quando fu affidato a Gae Aulenti e a Bianca Ballestrero l’incarico di un vasto progetto che comprendeva il Palazzo Pretorio e tutti gli edifici adiacenti. La proposta fu negli anni successivi fortemente ridimensionata, per problemi di vario ordine, finché nel 1998, per consentire l'avvio dei lavori di consolidamento statico dell'edificio, il Museo venne chiuso e le opere lasciarono il palazzo.

I lavori proseguirono con varie difficoltà: infine nel 2009 il progetto venne rivisto dai tecnici dell'assessorato ai lavori pubblici del Comune, che vi apportarono alcune modifiche, ad esempio riportando l’ingresso principale dalla piazza del Comune.

Con gli ultimi interventi sono state recuperate anche le decorazioni interne del palazzo, riportando all’antica bellezza gli stemmi dei podestà, gli affreschi sulle pareti e i meravigliosi soffitti lignei dipinti, mentre l’intero edificio è stato adeguato alle nuove esigenze di fruizione e di conservazione, pronto ad accogliere il rinnovato Museo.

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