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Comune di Prato

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17/03/2014 18:12
Consiglio Comunale L'impegno comune di pubblico e privato condiviso nel Consiglio straordinario sul lavoro

«Fare squadra per far ripartire l'impresa e il lavoro a Prato»

Tra gli impegni presi dall'Amministrazione comunale la riduzione della burocrazia, su cui gią da tempo il Comune č impegnato con buoni risultati, andando incontro alle necessitą segnalate dalle imprese

«Dobbiamo fare squadra tra pubblico e privato per uscire dal tunnel di questa crisi e ritrovare la speranza nel futuro che farà ripartire le imprese e darà nuove opportunità di lavoro ai nostri giovani». Parte dal Consiglio comunale straordinario sul lavoro e il rilancio dell'economia l'appello lanciato dal vicesindaco Goffredo Borchi in apertura di seduta per avviare una nuova collaborazione tra politica e mondo del lavoro e dell'impresa. Sono intervenuti Lorenzo Guazzini, vicepresidente della Camera di Commercio, Mauro Lassi, presidente di Rete Imprese, Andrea Cavicchi, presidente dell'Unione Industriale pratese,  e Angelo Colombo, segretario provinciale Uil. Erano inoltre presenti il presidente del Consiglio provinciale Giuseppe Maroso e i delegati di tutte le rappresentanze sindacali. Il sindaco Roberto Cenni, assente per malattia, ha fatto comunque sapere "di avere molto a cuore la situazione del lavoro a Prato, con la speranza che dal confronto tra categorie economiche e pubblica amministrazione emergano delle indicazioni utili al territorio e all'economia".

«Oltre ai dati che giorno dopo giorno ci dicono quante aziende stanno chiudendo e quanti posti di lavoro sono andati perduti - ha proseguito Borchi - Bisogna considerare la perdita di fiducia da parte di imprenditori e lavoratori, alcuni arrivati a gesti estremi per la disperazione, un elemento che si riflette sull'immagine che il nostro Paese dà all'estero, con un debito sempre più alto che continua ad erodere il Pil. Per questo dobbiamo unire le nostre forze e la politica deve fare di tutto per colmare la distanza tra pubblico e cittadino per scongiurare il pericolo di rottura del sistema. In un momento di difficoltà come quello attuale, come non si era mai visto a Prato dal Dopoguerra, anche per questo e nonostante i tagli ai trasferimenti statali e le ristrettezze economiche questa Amministrazione ha scelto di non tagliare un euro per il sociale, perchè le famiglie bisognose sono ogni giorno di più». Borchi ha sottolineato inoltre la necessità di ridurre la burocrazia, un freno alle imprese che comporta perdite di tempo, di risorse preziose e di investimenti: «Perchè se in Inghilterra un negozio o un'attività possono essere aperte in 10 giorni al massimo qui sono necessari mesi o anni?». Una sottolineatura condivisa dal presidente dell'Unione Industriale Andrea Cavicchi, che nel suo intervento ha ricordato il caso Varvarito ed ha espresso la necessità che leggi, regole e regolamenti siano più vicini alla realtà quotidiana dell'impresa e del lavoro e non del tutto avulsi da essi.

«Già all'inizio di questa legislatura nel Consiglio comunale aperto che proponemmo e che si tenne simbolicamente in una fabbrica della città, rilevammo che non sono molti  i margini a disposizione di un Comune in ambasce economiche - ha detto il capogruppo Pdl Roberto Baldi - Ma un primo aiuto importante questo Comune l’ha già dato attraverso capitoli di sana Amministrazione che ha consentito di guardare contemporaneamente al patto di stabilità e ai pochi margini di profitto per provvidenze aggiuntive, evitando di privilegiare clientele, assistenzialismo, assoldati e parassiti della politica. Da qui la revisione dei capitoli di bilancio delle partecipate, la riduzione di stipendio ai presidenti, la scelta di professionalità, l’eliminazione del direttore generale in Comune a fianco del direttore istituzionale, la razionalizzazione generale della spesa. Molto resta ancora da fare per rimediare al lassismo amministrativo delle passate amministrazioni e  alla noncuranza del fenomeno immigratorio».

«Su Prato pesano le situazioni internazionale e nazionale, con politiche hanno privilegiato la rendita rispetto al lavoro, che non hanno favorito la formazione professionale nè l'innovazione e la lotta contro la burocrazia - ha proseguito il capogruppo Pd Massimo Carlesi - E' mancata la politica a sostegno delle imprese, innanzitutto sull'aspetto della tassazione o su quello del costo dell'energia, che in Italia è molto più alto rispetto agli altri paesi europei. A Prato sono state le famiglie e i redditi dei pensionati a fare da ammortizzatori sociali, altrimenti la situazione sarebbe stata davvero tragica. Questo perchè anche a livello locale non c'è stata una politica da parte dell'Amministrazione comunale per incentivare le opere pubbliche che fanno da moltiplicatore e Prato è stata sottostimata e sottovalorizzata nello scacchiere regionale per la mancanza di dialogo con le altre amministrazioni e i livelli istituzionali superiori, causando l'isolamento di Prato». 

«Da troppo tempo la città sembra essersi assuefatta e rassegnata al declino - ha detto Francesco Innaco, capogruppo degli Indipendenti per Prato - Ma la cisi si sconfigge solo reagendo ed infondendo nelle menti e nei cuori un rinnovato sentimento di speranza.  È necessaria da parte di tutti gli attori economici e sociali della città e del Paese un’immediata assunzione di responsabilità. Ma starà alle Istituzioni, in primo luogo al Comune, stabilire il nuovo paradigma verso il bene comune. Le scelte in termini di sviluppo economico dell’Ente dovranno necessariamente guardare al tessuto sociale complessivo della città. Dovranno concepirsi e crearsi più opportunità possibili per il rilancio del distretto tessile/moda/abbigliamento, che è e rimarrà il settore trainante, attraverso tutti i mezzi possibili: dagli sgravi fiscali in termini di imposte comunali, ad un sistema di agevolazioni di carattere urbanistico e autorizzatorio teso alla sburocratizzazione, alla creazione della “filiera certificata” che coniughi nel “marchio Prato”, qualità del prodotto, etica professionale, rispetto della legalità. È la nostra idea principale: "per noi l'unica filiera tollerata è quella certificata"».

«Tutti i rimedi indicati finora nel dibattito sono come curaqre un cancro con l'aspirina se non uscaimo dall'Euro - ha poi dichiarato il capogruppo della Lega Toscana Emilio Paradiso, - perchè come abbiamo sempre sostenuto la principale causa della crisi economica è dovuta all'ingresso nell'Euro, oltre all'esoso livello della tassazione, che in Italia supera il 70%. Se non si esce da questa Europa della finanza e delle banche la ripresa non ci sarà mai. Per fortuna a maggio si vota per le Europee e sarà come un referendum pro o contro Euro».

Una critica alla situazione valutaria espressa in altri termini anche dall'assessore Caverni, che indica nel cambio euro-dollaro una delle cause principali dello stop che il manifatturiero vive negli ultimi anni. «Un Comune può fare poco per rilanciare l'economia di un settore, - ha aggiunto l'assessore alle Attività Produttive Roberto Caverni - e questo emerge anche dal tenore delle proposte fatte in questo dibattito. La causa della crisi del tessile va ricercata nella perdita di competitività rispetto ad altri mercati esteri, questo sia per colpe della politica interna, ma anche della situazione a livello valutario che fa costare i nostri prodotti più di quelli esteri. Il risultato è che non riusciamo a vendere i nostri prodotti».

«La mancanza di lavoro e la crisi che ha colpito la nostra collettività, come tutto ciò che accade, non hanno una sola causa, non avvengono per un solo motivo - ha affermato Aurelio Donzella, capogruppo Idv -  Nel caso specifico di Prato tra le varie cause c’è senza dubbio quella di avere visto sostituire il proprio prodotto con altri provenienti da mercati che al momento potevano e possono offrire una convenienza economica maggiore e un’assenza di certificazioni. Per far sì che questo fenomeno non accada più o si attenui è importante il lavoro della politica non solo nazionale, ma europea, che si adoperi per sancire la certificazione sulla qualità del prodotto. Inoltre la politica nazionale così come quella europea devono porre una maggiore attenzione sull’innovazione, mettendo in campo incentivi. Diventa importante poi il ruolo della formazione e per questo devono essere messe in campo attività per potenziare la formazione e l’avvicinamento dei ragazzi, nel passaggio scuola lavoro, a quei lavori che il mercato richiede». 

cb

402/14

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