Dimezzate in dieci anni le medie imprese pratesi
Indici di fatturato, valore aggiunto e dipendenti con andamenti tendenzialmente negativi e addirittura peggiori rispetto alla media nazionale. E' la fotografia delle medie imprese del distretto pratese che più di altre realtà aziendali hanno risentito della crisi tra il 2003 e il 2012, arrivando persino a dimezzarsi nell'arco di 10 anni. Un'emorragia, in termini numerici, che è stata illustrata questo pomeriggio - in anteprima - nel corso della 24esima edizione di "Iris, Incontri di Artimino sullo Sviluppo Locale", il convegno dedicato ai protagonisti del settore e andato in scena nel salone consiliare di Palazzo comunale.
Durante l'appuntamento è stato presentato un dossier sull'andamento delle medie imprese italiane e approfondito il ruolo di Prato in termini di performance economiche e di prospettive future. Ad introdurre la discussione, alla presenza dell'assessore alle Politiche economiche e per il lavoro Daniela Toccafondi, sono stati Fulvio Coltorti e Gabriele Barbaresco di Mediobanca e Osservatorio dei Distretti: entrambi hanno analizzato il 'caso Prato' e avanzato alcune proposte per restituire competitività al comparto produttivo cittadino.
"I dati presentati oggi - ha sottolineato l'assessore Daniela Toccafondi - ci mostrano una situazione purtroppo sconfortante per le medie imprese del territorio, che invece dovrebbero trascinare lo sviluppo. Confidiamo molto - ha aggiunto - nelle nuove tecnologie, in grado di abbattere i costi, e soprattutto nella possibilità di fare impresa dei giovani. C'è un fermento, in questo senso, che stiamo registrando e che vogliamo incentivare attraverso progetti e iniziative che possano dare supporto alle nascenti start up".
Tornando ai numeri, lo studio rivela che erano 38 le medie imprese pratesi nel 2003 (89.5% nel tessile abbigliamento). Nel 2012 queste sono passate a 17 (71% nel tessile): l'80% dei deflussi, è stato spiegato, è dovuto a regresso dimensionale, il 20% a fallimenti o consolidamenti. Ma non è tutto. L'incremento del fatturato è infatti in declino e i prodotti pratesi, in buona sostanza, risultano avere bassi margini di profitto. Il dimezzamento delle medie imprese cittadine, rilevato in 10 anni, parla di realtà aziendali che non sono probabilmente riuscite a rinnovarsi e i cui prodotti appaiono, pertanto, obsoleti e incapaci di attrarre i mercati.
La soluzione per tornare ad essere competitivi, secondo gli studiosi, passa quindi attraverso una profonda riqualificazione, realizzata con il supporto di nuove idee imprenditoriali che promuovano l'orientamento alla produzione di qualità e all'utilizzo di competenze specifiche del territorio. Tra le altre proposte avanzate, anche un'attenta razionalizzazione degli sforzi produttivi, con l'abbandono del settore in crisi e il trasferimento dei capitali e delle competenze verso i comparti in espansione.
Nel corso del convegno è stato infine affrontato anche il tema della delocalizzazione: un aspetto che vede le aree del Centro-Italia (Toscana, Umbria e Marche) tra le principali realtà regionali propense a spostare la produzione nei paesi a basso costo. Il fenomeno, tuttavia, non sembra essere premiante: non si registrano infatti ritorni positivi significativi in termini di fatturato e crescita aziendale.
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