27/01/2015 13:40
Commemorazioni
Il Giorno della memoria si è aperto stamani con la cerimonia in piazza S. Maria delle Carceri
Una corona d'alloro per ricordare le vittime della deportazione
Il sindaco Biffoni: «La memoria un valore fondamentale perchè ciò che è accaduto non riaccada»
Si sono aperte stamani con la deposizione di una corona
d'alloro alla lapide per le vittime della deportazione davanti
al Castello dell'Imperatore le celebrazioni del Giorno della
Memoria, nel 70° anniversario dell'apertura dei cancelli
di Auscwitz da parte dell'esercito sovietico, il 27 gennaio
1945. Alla celebrazione erano presenti le autorità
civili, religiose e militari della città,
l'Associazione nazionale ex deportati, l'Associazione nazionale
partigiani, le associazioni combattentistiche e d'arma e i
Gonfaloni dei Comuni dell'area e della Provincia: in memoria della
tragedia della Shoah e delle centinaia di lavoratori pratesi che
vennero deportati in seguito allo sciopero generale del marzo 1944
è stata deposta una corona d'alloro da parte del prefetto
Maria Laura Simonetti, dal sindaco Matteo Biffoni e dal
presidente di Aned Giancarlo Biagini. Proprio nella Fortezza
vennero infatti rinchiusi i tanti operai rastrellati dai nazisti e
dai fascisti nelle fabbriche, per strada e nelle abitazioni in
attesa di essere trasportati alla Stazione di Firenze, dove vennero
caricati su quelle tradotte tedesche che si potevano aprire
solo dall'esterno. Destinazione la Germania nazista. Un viaggio
senza ritorno per la maggior parte di loro verso i campi di
lavoro e sterminio come Ebensee e Mathausen. Solo 20 riuscirono a
tornare dai propri cari a Prato: «La memoria è un
valore importante per la mia generazione e per quelle che verranno
- ha detto il sindaco Biffoni - non solo per ricordare quel
che è accaduto e il senso di orrore che ci suscita, ma anche
per l'orgoglio di avere vinto e avere detto di no: se oggi viviamo
in pace e in democrazia è grazie al drammatico sacrificio di
tanti». «I fantasmi che portarono alla guerra e alla
tragedia della deportazione si stanno ripresentando anche
nella nostra epoca e il senso di questa giornata deve essere
ricordare perchè quel che è successo non succeda mai
più - ha aggiunto Mario Fineschi, consigliere della
Comunità Ebraica di Firenze - Vogliamo ricordare per
questo tutte le vittime della deportazione e delle persecuzioni
nazifasciste, non solo gli ebrei, ma anche i rom, i sinti, i
disabili, gli omosessuali e tutti coloro che non la pensavano alla
stessa maniera».
cb
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