Maxisequestro di una discarica abusiva a Paperino
Maxisequestro stamani di una discarica abusiva di 5.000mq in via del Pozzo a Paperino con rifiuti speciali pericolosi, tra cui elettrodomestici, bombole di gas, amianto e anche una baracca allacciata alla corrente elettrica: l'intervento è stato realizzato dalla Polizia Municipale, coadiuvata da Arpat, in due distinte operazioni compiute a distanza di dieci giorni. La prima il 16 gennaio, quando gli agenti del Nucleo di Polizia ambientale, a seguito di esposti e delle conseguenti indagini, hanno accertato la presenza di una discarica abusiva in un appezzamento di terreno di 1.000 metri con rifiuti urbani e rifiuti speciali, tra cui televisori e frigoriferi dismessi, pancali in legno e plastica, parti di mobilia, materassi, imballaggi e bidoni in plastica contenenti parti di polistirolo, batterie al piombo, tubi idraulici, rifiuti ferrosi e provenienti da costruzioni e demolizioni, vetri frantumati, liste in metallo e plastica e anche una bombola di gas gpl da 15 kg. All’interno dell’area anche tre baracche in legno e lamiera, di cui uno utilizzato come abitazione con tanto di allaccio alla luce elettrica. All’interno del terreno erano presenti il gestore dell’area (cittadino extracomunitario di origine marocchina), il proprietario di un escavatore ed il conducente di un autocarro, entrambi italiani.
Il 27 gennaio, gli agenti di piazza Macelli, congiuntamente all’Arpat, sono intervenuti nuovamente in via del Pozzo, dove in un altro appezzamento di terreno di circa 4.000 mq è stata accertata la realizzazione di un vero e proprio deposito merci a cielo aperto (in contrasto con le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti che non consentono tale tipologia di intervento) e la gestione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, tra cui pneumatici dismessi, mobili, reti metalliche, compressori frigo e scaldabagno elettrici, una bilancia di tipo industriale, pezzi metallici, tubi in plastica, big-bag contenenti plastica macinata, frigoriferi e condizionatori d'aria portatili. Proseguendo lungo il perimetro, oltre a numerosi veicoli sono stati rinvenuti compressori ad aria, biciclette, batterie al piombo, alcune delle quali evidentemente rotte ed esauste, materiali bruciati, stampanti/fotocopiatrici, materassi, cucine con fornelli gas, lavastoviglie, compressori d’aria, televisori.
Il terreno di tale zona risultava visibilmente contaminato da macchie oleose, con presenza di frammenti di materiale in cemento/amianto, vetri di veicoli e calcinacci. Erano inoltre presenti materassi, onduline in cemento amianto, numerosi sacchi plastici contenenti scarpe usate e pezzi plastici, una saldatrice dotata di relativa bombola di ossigeno e carrello trasportatore, ben 134 bombole che contenevano o avevano contenuto GPL e che, proprio in considerazione del considerevole numero e delle modalità di stoccaggio, sono state fatte rimuovere dalla Polizia giudiziaria ed affidate a ditte autorizzate. I 69 veicoli presenti (due dei quale risultati rubati, con conseguente denuncia per ricettazione a carico del gestore) risultavano in gran parte non accessibili, in quanto chiusi a chiave, mentre i furgoni ed i veicoli adibiti al trasporto di materiale erano stati chiusi con lucchetto, oppure sigillati con placche metalliche dotate di rivetti. Alcuni di questi veicoli risultavano utilizzati come contenitori di rifiuti e contenevano al proprio interno la stessa tipologia di materiali presente nell’area.
Al momento del controllo nell’area era presente il gestore, cittadino extracomunitario di origine nigeriana, con regolare contratto di affitto del terreno stipulato col proprietario, che ha dichiarato di utilizzare l’area come deposito per veicoli e merce destinata all’esportazione in Nigeria per conto di connazionali.
cb
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