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Comune di Prato

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13/02/2015 14:32
CSN Parchi Entro un mese il progetto sarą valutato dalla giunta, d'accordo sulla necessitą di un cambio di prospettiva

Csn, si volta pagina per creare un grande polo scientifico e ambientale

Tante novitą, come il ritorno del recupero della fauna selvatica, ma anche fattoria didattica e punto di ristoro. Valutazione tecnica sullo stato attuale della sede espositiva con ipotesi di chiusura. Faggi: «Sono necessari fondi europei»

Il Centro di Scienze Naturali di Galceti volta pagina e si candida a diventare un parco urbano delle scienze di rilevanza metropolitana "sprovincializzandosi" e aprendosi ad un bacino di utenza che travalichi i confini regionali: gli obiettivi prenderanno forma in un progetto che entro un mese l'ente presenterà alla giunta comunale perchè faccia le proprie valutazioni. Tante le novità presentate stamani in Comune dal presidente della Fondazione Csn e del Museo di Scienze planetarie Marco Morelli, insieme al vicesindaco ed assessore al Coordinamento dei rapporti con le partecipate Simone Faggi, al direttore David Fastelli e a Tatiana Mancuso della Fondazione Prato Ricerche, che gestisce il Museo di scienze planetarie e la Rete sismica, con cui il Csn avrà una collaborazione sempre più stretta.  Diverse le criticità evidenziate dal presidente Morelli circa le attività attuali del Centro, nonostante il grande impegno dei dipendenti e dei volontari, a cominciare dall'attuale sede del museo di scienze naturali e del rettilario, di cui va valutata la rispondenza alle normative per ospitare visitatori. Mancano ad esempio le uscite di sicurezza e gli accessi per i disabili. Tra le ipotesi anche la chiusura, se si dovessero profilare dei rischi, e in futuro anche l'acquisizione dell'intera struttura, appartenente alla Diocesi: «Non ho difficoltà sostenere che, dopo le numerose indagini che in qualche modo hanno azzerato l’attività del CSN, sotto la presidenza Bicchi sono stati effettuati interventi che hanno permesso una lenta ma progressiva rinascita, ad esempio, dell’attività didattica - ha detto Morelli -  Al contempo però non posso non evidenziare che esistano criticità importanti: non sono stati eseguiti tutti quegli interventi strutturali necessari per la messa a norma del Parco che dovevano invece avere la priorità sul resto, ma mi rendo conto che la mancanza di fondi e forse il mancato sostegno dell’Amministrazione precedente non abbiano permesso intervenire adeguatamente. Oggi, col nuovo CdA, consideriamo la messa in sicurezza degli ambienti assolutamente prioritaria e, a tal proposito, il Comune sta già intervenendo. Un esempio è dato in questi giorni dal lavoro di ASM che sta provvedendo al taglio delle piante e degli alberi pericolosi e talvolta pericolanti lungo i vialetti del Parco. Oltre a questo poi, abbiamo avviato un’indagine accurata sulle criticità degli ambienti espositivi e delle recinzioni e gabbie per gli animali e stiamo avviando le verifiche necessarie per capire se i locali del Museo siano agibili e fruibili secondo i principi di sicurezza e la normativa attualmente vigente. Mi preme sottolineare che se dovessero emergere condizioni di rischio decreteremo subito la chiusura degli ambienti espositivi».

Pur in un quadro attualmente non facile, la volontà è quella di guardare al futuro, ma recuperando anche alcuni elementi che hanno fatto la storia e l'identità del Csn: come in passato il Centro tornerà ad avere il recupero della fauna selvatica ferita per il reinserimento in natura, un'attività per cui il Csn era famoso e che era stata dismessa alcuni anni fa. Tra le cose che saranno mantenute il rapporto con le associazioni di volontariato che costituiscono le tante anime del centro, ma senza vincoli di esclusività. Tra le novità invece la fattoria didattica, di cui potrebbero far parte gli animali domestici che nel frattempo sono arrivati al Parco, tra cui maiali, un asino e delle pecore, e un punto di ristoro con prodotti biologici e di filiera corta o vegano. Per quanto riguarda l'attività museale, la Fondazione vorrebbe superare l'esposizione degli animali impagliati e più che a fare un doppione del Museo di Scienze Naturali di Firenze vorrebbe dar vita ad un museo interattivo sul modello di altri esempi in Europa. Anche il planetario sarebbe ampliato dotandosi di terrazza panoramica, da realizzare nella stessa sede dell'ex convento o nel comprensorio del Centro, e il Parco Astronomico delle Madonie in Sicilia sarebbe disponibile a donare i progetti che ha già sperimentato: l'idea di fondo è insomma quella di un polo ambientale che sia un punto di riferimento per le famiglie: «Il Csn è ad un punto di svolta - ha aggiunto il vicesindaco Simone Faggi - Vogliamo collaborare con il Cda per far uscire il Centro dalle proprie mura e farlo diventare un polo ambientale e scientifico di alto profilo. Per questo dobbiamo attingere a fondi europei, non ce la possiamo fare reggendosi su risorse locali, e questo comporta l'attivazione di progetti e sinergie con altre associazioni ed enti, come Prato ricerche». La Fondazione giocherà infatti un ruolo essenziale per il reperimento di fondi comunitari e di sponsorizzazioni private, soprattutto in considerazione dell'entità delle risorse necessarie non solo per la realizzazione del progetto, ma anche per la gestione delle attività.

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