All'unanimità no alle due torri in via Bologna e sì agli alloggi ad affitto agevolato
Diniego all'unanimità stamani nella Commissione consiliare Urbanistica ed Ambiente, presieduta da Massimo Carlesi, al Piano attuativo dell'ex Bemporad in via Bologna, per cui i proprietari proponevano un intervento di demolizione-ricostruzione con la realizzazione di due torri da 10 e 7 piani. Sempre all'unanimità la Commissione ha invece espresso parere positivo per gli interventi di housing sociale proposti da privati per realizzare alloggi da affittare a canone agevolato, destinati alla cosiddetta "zona grigia", che rimane fuori dalle graduatorie per le case popolari per reddito, ma che non può permettersi di pagare un affitto a prezzi di mercato. Una novità ed un'opportunità non solo per le tante famiglie che si trovano in questa situazione, ma anche per chi propone gli interventi edilizi.
Per quanto riguarda l'ex Bemporad, edificio di archeologia industriale risalente ai primi del Novecento, venivano proposti un palazzo di 10 piani alto 30 metri con un piano interrato destinato ad autorimessa privata e 33 appartamenti, tra cui un attico, e un secondo di 7 piani alto 21 metri con 2 piani interrati per i parcheggi privati, fondi commerciai sul fronte di via Bologna), e 38 unità residenziali di cui 2 nell'attico. Il Piano di recupero prevedeva poi la realizzazione di spazi pubblici e standard, tra cui 4 p archeggi pubblici su via Bologna e altri 62 tra i due edifici, più un giardino pubblico sul Gorone. Al secondo parcheggio e ai nuovi edifici si accedeva mediante una via in diramazione da via Bologna. In sostanza la Commissione ha espresso parere negativo perchè ha giudicato carenti gli standard pubblici rispetto ala portata dell'intervento, oltre all'impatto delle due torri sulla zona: «Si tratta di un'impostazione progettuale che non risponde ai bisogni della città - spiega il presidente Carlesi - Tra gli obiettivi proposti nei Piani di recupero ci deve essere la riqualificazione dela città».
Sì unanime invece sullo schema di convenzione per la realizzazione di "alloggi sociali" da parte di privati, che approderà in Consiglio comunale a luglio. Il provvedimento si propone di disciplinare gli impegni a carico del promotore privato nei confronti del Comune e dei soggetti destinatari delle case a canone agevolato per una durata non inferiore a 15 anni decorrenti dalla data della dichiarazione di abitabilità. L'affitto dovrebbe rimanere entro il 3,2% annuo del costo di realizzazione al mq: facendo degli esempi pratici, per un appartamento di 70 mq il canone mensile da versare al proprietario sarebbe di 460 euro, Iva inclusa. Per uno più piccolo, di 60 mq, si scenderebbe a 394 euro mensili, mentre per uno di 90 mq di sale a 592 euro. Un notevole abbattimento rispetto ai prezzi di mercato.
Secondo la bozza di convenzione, la revisione dei canoni di locazione avverrebbe ogni 2 anni, adeguando il costo con una maggiorazione non superiore al 75% dei valori Istat dei prezzi al consumo.
Sono previsti anche dei requisiti per i locatari, che dovranno avere la residenza o esercitare l’attività lavorativa, esclusiva o prevalente nell’ambito territoriale della Provincia di Prato, non essere titolari del diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione su alloggio adeguato alle esigenze del nucleo familiare nell’ambito territoriale della Provincia di Prato e fuori, avere un reddito annuo complessivo del nucleo familiare non superiore al limite di € 38.734,27, non percepire a qualsiasi titolo (neanche i familiari) di contributi per l’acquisto, la costruzione o il recupero di alloggi, ovvero di assegnazioni in uso, in abitazione, in proprietà o con patto di futura vendita di altri alloggi costruiti con il concorso o il contributo dello Stato, delle Regioni, delle Provincie o dei Comuni o di Enti Pubblici.
Al termine del periodo di locazione a canone agevolato, gli alloggi potranno essere venduti con offerta di prelazione agli inquilini, nel caso in cui non si sia proceduto alla loro messa in mora, oppure, una volta accertata la rinuncia degli inquilini, potranno essere ceduti sul mercato con offerta di prelazione al Comune che dovrà avvalersene entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione.
cb
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