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Comune di Prato

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13/10/2015 17:45
Sindaco Aeroporto Tutti i punti contestati dai tecnici rispetto al progetto integrato di Toscana aeroporti

Tavolo aeroporto, domani l'invio delle controsservazioni al masterplan

Il gruppo di studio tecnico intercomunale ha consegnato oggi ai rappresentanti del comitato di garanzia per l’impatto ambientale del nuovo aeroporto di Peretola la relazione finale della documentazione integrata sul masterplan di Toscana Aeroporti. Scade infatti domani il termine ultimo, già prorogato, per la presentazione dei pareri tecnici alla Regione che, a sua volta, invierà tutte le osservazioni al ministero dell’Ambiente, titolare del procedimento di Valutazione impatto ambientale.

Le criticità principali emerse erano già state anticipate al tavolo congiunto lo scorso 2 ottobre. In particolare:

1)  Utilizzo dei dati medi di traffico aereo. Le valutazioni ambientali del masterplan sono costruite sullo scenario di traffico medio, mentre la Via invece dovrebbe tener conto dei dati di traffico massimo, ovvero dei picchi che si possono raggiungere. I tecnici hanno evidenziato anche una contraddizione all’interno dello stesso masterplan che nella parte progettuale tiene conto del carico massimo, mentre nell’affrontare i temi di impatto ambientali si ferma ai dati di traffico medio.

2)  Impatto sanitario. La valutazione di impatto sanitario presentata (la cosiddetta VIS breve) da Toscana aeroporti non risulta sufficientemente approfondita a fronte dell’importanza dell’opera che si intende realizzare. I tecnici richiedono quindi maggiori dettagli.

3)    Inquinamento ambientale. Il masterplan si limita a valutare l'impatto inquinante del singolo progetto, senza tener conto degli effetti collettivi. Sulla zona interessata dal progetto del nuovo aeroporto di Peretola, infatti, insiste già un'infrastrutturazione importante, oltre ad altre opere in fase di realizzazione o da realizzare come la Scuola marescialli, il nuovo stadio, la terza corsia dell'autostrada e il termovalorizzatore di Case Passerini. Nella valutazione degli inquinanti e in particolare delle emissioni atmosferiche, quindi, deve essere tenuto conto della somma dei diversi fattori. Inoltre si osserva che vengono sottostimati sia gli impatti acustici sia il carico indotto dall'aeroporto stesso.

4)    Bonifica ambientale delle terre da scavo . Manca il piano di caratterizzazione delle terre, previsto dalla legge, in base alla quale possono essere valutati i reali costi smaltimento e di eventuale bonifica. Si ricorda che si tratta di complessivi 4,5 milioni metri cubi di terra in entrata e uscita.

5)  Assetto del reticolo idraulico. Desta preoccupazione la proposta del nuovo percorso del Fosso reale che risulta avere una pendenza minima talmente esigua da favorire il ristagno di acqua che, come noto, rappresenta l’habitat ideale degli insetti e infestanti.

6)  Incidenza negativa sull'ecosistema esistente. Lo stesso masterplan conferma una Valutazione di Incidenza (VI) negativa degli impatti sulle aree naturali circostanti, habitat ed ecosistemi certificati del sito Natura 2000, siti di interesse comunitario e regionale (SIC/SIR). Queste aree verranno spostate e ricreate in altro territorio, ma questo non è sufficiente per compensare l'impatto negativo sulla zona.

7)  Modello trasportistico. Il masterplan sottostima il carico complessivo del traffico indotto dal nuovo aeroporto e considera come già in realizzate alcune infrastrutture viarie come la Prato-Mezzana-Ricasoli e l’ampliamento della A11 su cui i tempi di completamento non possono essere dettate da Toscana aeroporti.

8)  Piani di rischio e aree di sorvolo. I tecnici evidenziano tra le criticità il fatto che il masterplan non valuta gli scenari incidentali di rischio rispetto alle strutture che si trovano in prossimità dell’aeroporto (Polo Universitario, scuola Marescialli, chiesa di San Giovanni Battista, uffici di Società autostrade, etc.). Il proponente nelle controdeduzioni si limita a dire che questi aspetti si danno per verificati da Enac ed Enav con l’approvazione tecnica del masterplan e rimanda l’analisi dei piani di rischio a una fase successiva. 

edr

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