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Comune di Prato

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30/10/2015 13:03
Partenariato Prato-Paisley Cultura Il partenariato si svolge sotto la supervisione dell'OCSE

Prato esempio di rigenerazione urbana per la delegazione scozzese di Paisley

L'assessore Mangani: "In questi tre giorni è stato un onore essere considerati un modello europeo"

Presentato stamani, venerdì 30 ottobre, il partenariato tra Prato e la città scozzese di Paisley per la rigenerazione urbana e culturale, che si svolge sotto la supervisione dell'OCSE, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

"In questi tre giorni abbiamo lavorato quanto più possibile insieme alla delegazione di Paisley per il coinvolgimento di Prato in questo progetto - ha affermato l'assessore alla Cultura Simone Mangani - Abbiamo infatti visitato Palazzo Pretorio, il Museo del Tessuto, il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, la Biblioteca Lazzerini, la Camera di Commercio e l'area ex Balli, di cui fa parte anche il Teatro Fabbricone".

Erano presenti anche Toscana Promozione e l'assessore regionale allo Sviluppo economico e al Turismo Stefano Ciuoffo. Hanno, inoltre, partecipato alla visita all'area ex-Balli l'assessore all'Urbanistica Valerio Barberis e l'assessore allo Sviluppo Economico Daniela Toccafondi del comune di Prato.

Il partenariato si svolge sotto la supervisione dell'OCSE e, per la precisione, sotto il Dipartimento LEED (Local Economic and Employment Development - Sviluppo economico locale). Secondo il rappresentante OCSE Renato Quaglia, si tratta di un dipartimento decisivo in Europa negli ultimi anni in quanto ha rappresentato la fine dell'approcio governativo nazionale. "Dagli anni '90 lo sviluppo non si è concentrato più solo sul sistema-Paese ma anche sui sistemi locali, di aree urbane" - ha infatti affermato. 

La città di Paisley è vicina a Glasgow come Prato è vicina a Firenze. Le accomuna una storia legata all'industria tessile. Il disegno del cashmere ha reso Paisley all'inizio del '900 una delle città più ricche d'Europa. Passato un lungo periodo di crisi, la città scozzese ha ora iniziato un progetto di rigenerazione tra tradizione e innovazione, che prevede due fasi: la prima è ridefinire il suo sviluppo, la seconda è candidarsi a capitale della cultura del Regno Unito nel 2021. Lì, la selezione delle capitali culturali avviene tramite progetti strutturali che non prevedono l'erogazione di fondi statali ma solo la partecipazione del governo centrale, per esempio con un grande evento. Le risorse utilizzate sono interamente locali.  

"All'interno di questo quadro Paisley ha iniziato la ricerca di partner consoni al loro sviluppo. La prima città con cui ha avviato questo rapporto è proprio Prato. Sono tanti gli elementi in comune che abbiamo trovato in questi tre giorni. - ha continuato l'ex direttore della Biennale di Venezia Renato Quaglia - La mia impressione è stata di un sistema che ha una grande comunità di intenti. Il nostro è stato uno sguardo interessato al coinvolgimento delle realtà pratesi dentro il progetto di Paisley. Ringrazio il comune perché la collaborazione è stata degna della migliore tradizione toscana: abbiamo incontrato grandi personalità e competenze, un livello alto di saperi e una disponibilità non solo ad ascoltare ma, sopratutto, a costruire". 

Si è parlato infatti di un possibile progetto che coinvolga le quattro città europee del tessile: oltre a Prato e alla scozzese Paisley, anche Roubaix e Santo Tirso che si trovano rispettivamente in Francia e in Portogallo.

"In questi tre giorni a Prato abbiamo visto coi nostri occhi palazzi pubblici e musei fantastici ed è stata per noi una grande opportunità. Siamo rimasti colpiti dalla coesistenza di contemporaneità e storia in questa città. La ricca storia tessile è la base anche della nostra ambizione di rigenerazione. Al Museo del Tessuto abbiamo trovato tante idee per il nuovo museo che vogliamo realizzare a Paisley" - sono state, infine, le parole della delegazione scozzese.

afst

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