L'assessore Mangani: "La Regione ripensi i tagli alle istituzioni culturali"
“I tagli della Regione Toscana alle istituzioni ed ai festival del territorio di Prato rischiano di non essere soltanto economia di spesa ma incidono sulla capacità di mantenimento dell’esistente, in questo scorcio di 2015”. È quanto dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Prato, Simone Mangani, commentando i tagli a istituzioni culturali e festival di Prato e di altre realtà territoriali della Toscana.
“Nessuno contesta la necessità di apportare tutti i correttivi dovuti in ragione della finanza complessiva della Regione – aggiunge l’assessore Mangani - ma l’impressione netta che si ricava è che la cultura sia stata penalizzata oltre misura”.
L’assessore spiega che i tagli regionali prevedono l’azzeramento del contributo 2015 a favore della Camerata strumentale; ammonta a 255 mila euro, invece, il taglio per il Teatro Metastasio; infine, contributi tagliati del 55% per il Festival delle Colline del 35% per il Contemporanea festival.
“Non possiamo non chiedere che, entro il 2015, la decisione sia rivista, quanto prima – afferma l’assessore Mangani. - Le nuove regole del bilancio regionale, ovvero l’introduzione della cosiddetta “armonizzazione”, non sono eludibili, ma riteniamo vi sia ancora spazio di manovra. Da questo punto di vista il colloquio odierno con la Vice-presidente Barni lascia aperta la porta ad un cauto ottimismo”.
Il taglio, come ha spiegato l’assessore, non riguarda soltanto il territorio di Prato. L’Orchestra regionale toscana, ad esempio, avrà il contributo ridotto del 50%, il festival Fabbrica Europa del 33% e altri tagli interessano altre istituzioni e manifestazioni culturali di tutta la Toscana.
"Per dare concretezza alle parole spese dal Presidente Rossi in questi mesi e alle aspettative non soltanto di bottega, che per definizione hanno corto respiro – osserva ancora l’assessore Mangani - chiediamo con forza alla Regione che sia fatto il possibile e l’impossibile per aumentare i contributi stanziati con il decreto di pochi giorni fa. Nel frattempo, manterremo i contatti già presi con i colleghi di altre città affinché sia chiaro che non si tratta di una richiesta di Prato contro il resto del mondo, secondo una visione deprimente e provinciale, ma di un problema che riguarda tutti i territori. Le istituzioni culturali sono patrimonio diffuso: il Fabbricone è pratese ma non è solo dei pratesi, cosi come il Maggio è si ‘musicale fiorentino’ ma non solo dei fiorentini. Se ci convinceremo di questa banale realtà la nostra posizione acquisterà soltanto forza”.
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