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Comune di Prato

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14/11/2015 13:00
Faggi Simone Cittadinanza Presentato il progetto "Tutta mia la cittą", coordinato dall'associazione La lunga domenica e sostenuto dal Comune di Prato

Integrazione, 20 adolescenti stranieri e italiani raccontano la loro Prato

“Siamo tutti scossi dalla tragedia che si è consumata a Parigi, ma la risposta migliore che possiamo dare è quella di andare avanti e di continuare il nostro lavoro, perché se l’obiettivo dei banditi che hanno agito in Francia è quello di metterci paura e sgretolare le certezze della nostra Costituzione, noi rispondiamo con la difesa e la pratica dei nostri principi costituzionali”. Lo ha detto il vicesindaco di Prato, Simone Faggi, introducendo la conferenza stampa per la presentazione del progetto “Tutta mia la città. Le seconde generazioni risorse di cittadinanza per l’integrazione” che si è svolta nei locali dell’Oratorio Sant’Anna di via Piave.

“Un progetto come questo è la risposta migliore a ciò che sta avvenendo – ha aggiunto Faggi, - perché ha l’obiettivo di cogliere la quotidianità di Prato attraverso gli occhi dei ragazzi stranieri e italiani che qui vivono e perché vuole cogliere la realtà della diversità facendo di essa l’orizzonte della convivenza civile della Prato del futuro”.

A testimoniare l’importanza del progetto c’è stata la visita, per un breve ma significativo saluto, del sindaco Matteo Biffoni.

Il progetto di cittadinanza per l’integrazione, promosso a livello nazionale dai Salesiani per il sociale, a Prato è gestito dall’associazione “La lunga domenica”, che dal 1997 sostiene e coordina le attività dell’Oratorio Sant’Anna, ed è sostenuto dal Comune. Prato è l’unica città della Toscana inserita all’interno del progetto nazionale, scelto e sostenuto dal Ministero per le Politiche sociali, che vede coinvolte un totale di 16 città.

“Tutta mia la città” vede il coinvolgimento di 20 adolescenti residenti a Prato, 12 stranieri e 8 italiani. Nello specifico, i ragazzi stranieri sono originari di: Albania, Nigeria, Marocco, Pakistan, Russia, Cina, Costa d’Avorio e Honduras.

“L’obiettivo di questo percorso, che si chiuderà a giugno del 2016, è quello di ascoltare i ragazzi, comprendere il loro punto di vista, il loro modo di interpretare gli spazi che vivono ogni giorno: la città, la scuola, la società, la propria abitazione”, ha spiegato il coordinatore del progetto Corrado Caiano.

Gli adolescenti ch parteciperanno alle attività sono ragazzi tra i 14 e i 18 anni cosiddetti “2G”, cioè di seconda generazione, vale a dire figli di immigrati nati in Italia o ricongiunti entro l’età di 6 anni che vivono e frequentano la realtà dell’Oratorio di Sant’Anna.

“II fine educativo, la sfida, è quella di rinnovare la capacità di ascolto di queste giovani generazioni, futuro prossimo della nostra società”, ha aggiunto Alba Aquilano, presidente dell’associazione “La lunga domenica”.

Ai ragazzi, sotto la guida discreta di Matteo Macrì, responsabile per la parte tecnica, sarà data la possibilità di esprimersi, utilizzando più linguaggi e canali comunicativi, cosi da essere parte attiva del progetto. Saranno "ricercatori sul campo", e potranno cimentarsi nell'arte del fotografare e filmare i loro spazi di vita, senza essere sempre tradotti e interpretati dagli adulti.

L’intento è quello di  riscoprire con i ragazzi lo spazio come luogo significativo del loro essere adolescenti e ritrovarsi, ideare attività in territori che possono essere abitati e vissuti in modo differente; favorendo la condivisione di spazi urbani per non creare "ghetti" ma offrire occasioni di maggiore interazione e integrazione, confronto e dibattito su aspetti che "avvicinano" gli adolescenti.

L'idea innovativa del progetto risiede nel decentrare la figura dell'adulto affinché gli adolescenti possano dare una loro lettura e interpretazione "di essere seconde generazioni", avviando altresì processi sociali di comunicazione e reciproco riconoscimento con il mondo adulto.

“Tutta mia la città”, insomma, vuol essere un'occasione per favorire l'inclusione delle seconde generazioni attraverso attività e strategie che puntano a comprendere il significato, dell'identità migrante, e della conflittualità che spesso si genera tra le culture che vivono vicine, ma non interagiscono.

A metà percorso, l’associazione “La lunga domenica” e il Comune promuoveranno un evento per raccontare alla città l’esperienza che i ragazzi stanno facendo e tra giugno e luglio, probabilmente al Giardino Buonamici, è in calendario l’evento conclusivo.

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