Il sindaco Matteo Biffoni in audizione alla Commissione parlamentare antimafia
Sfruttamento della manodopera clandestina, economia sommersa, violazione delle principali norme sui rapporti di lavoro, sul fisco, sui contributi, sulla previdenza sociale e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. E’ per contrastare queste forme di illegalità che il Comune di Prato mette in campo quotidianamente iniziative di controllo e interventi. Un’attività che il Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci Immigrazione, ha portato come esperienze all’audizione della Commissione parlamentare antimafia che ieri pomeriggio ha affrontato il tema “Mafie, migranti e tratta degli essere umani, nuove forme di schiavitù”.
La commissione ha discusso su un fenomeno complesso e in
continua evoluzione: il fenomeno della tratta di esseri umani,
infatti, comprende attualmente modalità di azione, tipologie
di vittime e forme di sfruttamento sempre più diversificate.
Accanto ai modelli per così dire “tradizionali”
di sfruttamento, stanno infatti sorgendo
nuove forme di tratta finalizzate a una vasta gamma di
attività illegali coercitive (furto, borseggio,
accattonaggio, vendita di prodotti contraffatti, coltivazione e
spaccio di droga) ma anche casi di vittime soggette a sfruttamento
multiplo. Le strategie di reclutamento e trasferimento dei migranti
irregolari cambiano e si riorganizzano costantemente in risposta
alle azioni di contrasto di governi e forze dell'ordine.
A Prato è lo sfruttamento lavorativo il fenomeno
più diffuso, con tutte le particolarità
legate alla presenza di imprese a conduzione cinese che impiegano
manodopera clandestina. Una realtà sulla quale il sindaco
Matteo Biffoni ha ribadito la necessità di
un’attenzione alta e di un supporto anche da parte della
normativa nazionale che deve evolversi per facilitare il contrasto
allo sfruttamento lavorativo. Sul territorio sono molteplici gli
interventi da parte dell’Amministrazione comunale: in
particolare
nel 2014 si è avuta un’intensificazione
dell’attività di controllo e di contrasto
all’illegalità delle imprese a conduzione
straniera, tramite un progetto della Regione Toscana.
All’attività consolidata di controllo, esercitata anche dal gruppo interforze, si sono aggiunti controlli giornalieri nelle ditte a conduzione straniera incentrati sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Dal 1° settembre 2014 a novembre 2015 la Polizia municipale ha partecipato all’attività congiunta con il personale Asl controllando 1187 immobili (829 nel 2015) e 1258 aziende. Solo da inizio anno a oggi dalla Municipale sono state effettuate 200 operazioni, con controlli su 217 immobili dei quali 105 sequestrati.
Il Comune si è attivato in maniera forte e
determinata per contrastare lo sfruttamento lavorativo non solo
effettuando controlli, ma anche con attività di
inclusione. Il servizio immigrazione ha lavorato mantenendo attivi
servizi di mediazione, corsi di lingua e cittadinanza attiva,
percorsi mirati all’inclusione sociale, scolastica ed
economica, promuovendo una campagna contro lo sfruttamento del
lavoro clandestino e irregolare e aiutando a far emergere i
cittadini in condizioni di grave sfruttamento.
In particolare negli ultimi due anni il Comune di Prato, in seguito alla realizzazione di una campagna informativa multilingue, ha rafforzato lo sportello di consulenza giuridica di secondo livello al fine di offrire tutela alle vittime di sfruttamento lavorativo in collaborazione con la Polizia municipale, la Questura e la Procura di Prato. Da una denuncia nel 2013 e 17 denunce per sfruttamento nel 2015. Il Comune sta predisponendo una nuova diffusione di materiale informativo e sta rafforzando la collaborazione con l’azienda sanitaria per l’immediata individuazione degli infortuni sul lavoro al momento dell’accesso al pronto soccorso. Spesso quando le vittime si presentano al Pronto soccorso non spiegano la reale dinamica dell’infortunio per nascondere la loto posizione di lavoro o di soggiorno irregolare. Lo sfruttamento lavorativo lede i principi fondamentali della democrazia, ma è anche tra le principali cause della concorrenza sleale.
edr
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