Anfiteatro Santa Lucia, solo due anni dopo l'incidente l'avvocato ha presentato una richiesta danni
Sono passati due anni da quando è avvenuto l’incidente della bambina caduta all’Anfiteatro Santa Lucia, ma soltanto quest’anno la famiglia ha presentato richiesta danni al Comune, le cui responsabilità sono in fase di accertamento nel procedimento penale in corso. Nell’ultimo anno e mezzo però sia il sindaco Matteo Biffoni sia l’assessore ai Lavori Pubblici Valerio Barberis sono in costante contatto con la famiglia. “Trovo stupefacenti le dichiarazioni dell'avvocato Perrone, se qualcuno ha procurato un danno alla famiglia Stefani è stata la sua scelta di procedere solo in sede penale – risponde il sindaco alle accuse dell’avvocato Giuseppe Perrone che ha dichiarato di non aver ricevuto alcun segnale dal Comune -. Se c'è stato danno alla famiglia Stefani questo è forse frutto di una scelta processuale assunta dall’avvocato che ha ritenuto di procedere solo in sede penale mediante esposto in Procura e non con richiesta di risarcimento danni in sede civile. E ora si vedono i risultati di questa scelta – risponde il sindaco alle accuse dell’avvocato Giuseppe Perrone che ha dichiarato di non aver ricevuto alcun segnale dal Comune -. Quando la famiglia si è rivolta a me ad aprile scorso come sindaco mi sono permesso di suggerire una banale richiesta danni da inoltrare al Comune". La scelta di intraprendere solo un processo penale l’avvocato la ribadisce oggi sulle pagine de La Nazione, ma soltanto a due anni dall’incidente e solo dopo che la famiglia Stefani si è confrontata con il sindaco, l’avvocato ha presentato al Comune la richiesta danni.
Chiariamo i fatti. L’incidente è infatti avvenuto il 2 agosto 2013 e soltanto il 14 maggio 2015 è pervenuto all’ufficio legale del Comune di Prato un riepilogo dei danni subiti dalla bambina. Lo stesso giorno è stato aperto il sinistro presso la compagnia assicurativa del Comune che il 1 luglio ha chiesto al legale della famiglia Stefani la documentazione utile ai fini dell’istruttoria. L’avvocato ha inviato solo parte della documentazione il 24 luglio, spiegando che, come era facile intuire, molti documenti non potevano essere trasmessi in quanto è in corso un procedimento penale. “Il Comune non lascia solo nessuno, ma c’è un procedimento penale i cui tempi lunghi potevano facilmente essere previsti dal legale della famiglia - sottolinea Biffoni -. Da sindaco ho incontrato numerose volte la famiglia ma non incontro un avvocato che ha una causa in corso contro il Comune. L’avvocato Perrone infatti ben sa, o dovrebbe sapere, che quando vi un contenzioso in corso un avvocato non può interloquire direttamente con la parte, ma solo con il difensore di quest’ultima".
edr
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