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Comune di Prato

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16/12/2015 12:14
Faggi Simone Scuola Il vicesindaco Faggi e l'assessore Ciambellotti: "Fondamentale regolarizzare modalità e tempi d'iscrizione"

Favorire l'inserimento dei bambini cinesi per migliorare il processo d'integrazione

Primo confronto tra il Comune e il ministero per i cinesi che vivono oltremare

Cooperare per incrementare l’inserimento dei bambini cinesi nella scuola pubblica pratese e migliorare così il processo di integrazione nella comunità locale. È l’obiettivo sul quale si sono confrontati, questa mattina, in palazzo comunale, una delegazione cinese, il vicesindaco Simone Faggi e l’assessore alla pubblica istruzione Mariagrazia Ciambellotti. Della delegazione cinese facevano parte Tang Cuiying, del ministero per i cittadini cinesi d’oltremare, e i rappresentanti dell’Associazione d’amicizia dei cinesi di Prato, guidati dal segretario Chen Hong Sheng.

“Abbiamo accolto con favore la disponibilità del ministero cinese a collaborare con l’amministrazione comunale a lavorare per l’inserimento scolastico dei bambini cinesi nati a Prato o arrivati in città da poco tempo – hanno dichiarato il vicesindaco Faggi e l’assessore Ciambellotti al termine dell’incontro .– Per noi è fondamentale riuscire a regolarizzare modalità e tempi di iscrizione alla scuola pubblica, per evitare, come invece succede, che arrivino richieste di inserimento quando ormai il ministero ha già definito il numero delle classi”. In questo senso le associazioni cinesi possono aiutare il Comune a diffondere le informazioni necessarie ai genitori dei bambini.

L’amministrazione comunale ha sottolineato che la scuola rappresenta un elemento cardine non solo per l’istruzione e la crescita culturale ma anche per lo sviluppo dei processi di integrazione. “In questo senso – ha spiegato Faggi – Comune e associazioni cinesi, ognuno con il proprio ruolo, devono lavorare per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico, perché oggi siamo di fronte al fenomeno che vede pochissimi ragazzi di etnia cinese frequentare le scuole superiori o l’università. In questo modo si perdono competenze che potrebbero essere utili alla città”.

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