Banca Popolare di Vicenza, il sindaco Biffoni: "La cittą pretende chiarezza, vogliamo segni tangibili di vicinanza al territorio"
"E' necessaria chiarezza sul futuro della banca Popolare di Vicenza e sul rapporto che intende avere con il territorio pratese. In questi anni Prato ha dato molto, è necessario che adesso ci siano segni di vicinanza e disponibilità preso atto delle prospettive che ha illustrato con estrema franchezza il direttore generale Iorio. Da sindaco chiedo questo soprattutto per i piccoli risparmiatori e per le imprese". Il sindaco Matteo Biffoni questo pomeriggio ha incontrato, al fianco delle categorie economiche, dei sindacati, delle associazioni dei consumatori e della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, il presidente della BpVi Stefano Dolcetta e il direttore Francesco Iorio. Poco più di un'ora di confronto che ha preceduto l'assemblea pubblica con i soci al Politeama: "E' importante che gli stakeholders abbiano avuto un momento di confronto a loro dedicato, così da poter porre domande dirette ai vertici della banca - ha sottolineato il sindaco -. La situazione attuale e il futuro della BpVi sono in mano a una nuova dirigenza che parla con franchezza, ma al contempo non possiamo fare tabula rasa di quanto accaduto negli ultimi anni. Ci devono essere garanzie per tutelare i piccoli risparmiatori che hanno investito i propri sacrifici in azioni, convinti di poter così mettere a frutto piccoli capitali messi da parte nel corso degli anni. Non possono essere i cittadini a pagare la cattiva gestione di un istituto di credito e alla nuova dirigenza spetta il compito non solo di dare futuro alla banca, ma di dare risposte concrete".
Nel corso della riunione è emerso anche il tema delle opere della Galleria degli Alberti di proprietà della Banca Popolare di Vicenza: "Auspichiamo che la banca possa rendere disponibile ai pratesi questi capolavori - ha ribadito Biffoni -; nel caso di una eventuale dismissione del patrimonio artistico dell'istituto è importante che non ci sia uno smembramento della collezione ma, anzi, che questo torni alla Galleria degli Alberti a Prato".
edr
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