Ordinanza di chiusura Igho market, il presidente del Tar rigetta la richiesta di sospensiva
Come già era accaduto per il market di Santa Margherita, anche i proprietari di Igho Market hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale chiedendo di sospendere l'ordinanza con cui il sindaco aveva messo i sigilli all'attività nelle settimane scorse. Un provvedimento firmato da Matteo Biffoni per chiudere per un anno il market di via Tintori 71-73-75 e riconosciuto come "il punto di riferimento e aggregazione di tossicodipendenti" e il "principale luogo di abituale ritrovo di persone socialmente pericolose dedite ad attività criminose, oltre che punto di appoggio e rifugio per gli spacciatori di droga, per lo più di nazionalità nigeriana".
Il Presidente del TAR ha però al momento respinto la richiesta di sospensione, valutando l’istruttoria compiuta dal Comune idonea a giustificare le esigenze di tutela della sicurezza urbana e fissando,quindi l’udienza collegiale del prossimo 7 aprile dove si deciderà sulla misura cautelare in contraddittorio tra le parti.
L'ordinanza è arrivata al termine di quasi un anno di operazioni effettuate dalla Polizia municipale e grazie a quanto emerso dai rapporti di servizio tra il 19 maggio 2015 e l'11 febbraio 2016 e dai vari interventi svolti dalle forze di Polizia nella zona, si è potuto riscontrare che il negozio Igho Market è di fatto luogo di scambio di sostanze illegali.
Come nel caso del market di via Santa Margherita, chiuso il 19 novembre 2015, l'ordinanza fa riferimento all' articolo 54 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali che dà la facoltà al sindaco di intervenire sia per contrastare che per prevenire situazione urbane di degrado quando ne sussistano sufficienti motivazioni.
edr
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