Concerti di Primavera, giovedì 24 marzo Giorgio Morozzi apre la 37° edizione
Sarà il pianista Giorgio Morozzi ad
aprire giovedì 24 marzo
"Concerti di Primavera", la più longeva
stagione di musica da camera, organizzata dalla
Scuola di musica “G. Verdi”. Il
programma quest’anno vede i docenti della Verdi impegnati in
tre dei cinque concerti. La rassegna ha sempre
valorizzato i musicisti della scuola di musica, molti dei
quali, oltre ad essere insegnanti con grande esperienza didattica,
caratterizzano la loro attività concertistica con proposte
esecutive originali ed interessanti. E’ certamente il caso di
Giorgio Morozzi che ha intrapreso
dall’autunno del 2010 un progetto straordinario,
l’esecuzione integrale al pianoforte dell’opera
clavicembalistica di Johann Sebastian Bach. Con il concerto sul
Primo libro del
Clavicembalo ben Temperato – seconda parte -
arriviamo ormai ad uno degli ultimi e più importanti
capitoli di questo lungo viaggio nella polifonia bachiana che ha
incontrato lo scorso anno l‘originalità e la bellezza
delle Toccate per clavicembalo del compositore tedesco.
Composto nel 1722 durante il periodo del servizio che
Bach svolge come maestro di cappella alla corte del principe
Leopoldo a Köthen, il primo volume del
Clavicembalo ben Temperato è una grande opera musicale
didattica, caposaldo della storia musicale fra l’arte e la
speculazione. Attraverso tutte le tonalità disponibili Bach
compendia ogni possibilità tecnica degli strumenti a
tastiera, ripercorrendo trasversalmente nel tempo e nello spazio
tutta la tradizione europea, da Frescobaldi a Pachelbel, fino a
Buxtheude esplorando e definendo le possibilità del sistema
di accordatura temperato, cioè uguale per tutte le
tonalità. Si superavano così i metodi per regolare
l’accordatura degli strumenti a tastiera, in particolare
organo e clavicembalo, che provenivano dalla tradizione
rinascimentale e barocca.
Le sole forme del Preludio e della Fuga, già
assai conosciute al tempo del compositore, mostrano la
genialità del compositore tedesco che da uno schema
molto utilizzato trae le più incredibili e varie
architetture sonore, a cui applica una miscellanea stilistica -
dallo stile gravis et antiquus a quello suo contemporaneo - che da
un lato sublima tutta la scienza musicale di un’epoca con lui
conclusa, dall’altro predispone le fondamenta imprescindibili
del futuro della musica europea, dal classicismo al romanticismo.
Tutti i più grandi pianisti e compositori, da Clementi,
Beethoven a Schumann, da Liszt a Chopin, da Horowitz a Casella, si
formeranno e si confronteranno con l’opera monumentale di
Bach a cui anche Dmitri Shostakovich, in pieno Novecento, si
ispirerà con la sua opera pianistica più importante,
i 24 Preludi e Fuga op.87, composta nel 1951.
Il secondo concerto,
venerdì 1 aprile, prosegue idealmente il
sentiero tracciato lo scorso anno da Maurizio Baglini che nei
Concerti di Primavera eseguì in modo trionfale la Nona
Sinfonia di Beethoven trascritta da Liszt per pianoforte solo.
Quest’anno spetterà al
Duo pianistico di Firenze – Sara Bartolucci e Rodolfo
Alessandrini – misurarsi con la trascrizione di Carl
Czerny delle celeberrime sinfonie Quinta e Sesta, stavolta nella
versione per pianoforte a quattro mani. L’artificio della
trascrizione per pianoforte in epoca romantica e per tutto
l’Ottocento era largamente utilizzato per diffondere e far
conoscere in particolare la musica sinfonica e le opere liriche.
Delle Sinfonie e delle Ouvertures di Beethoven esistono varie
trascrizioni di autori diversi. Czerny, conosciuto dai pianisti di
tutto il mondo per i suoi innumerevoli metodi e raccolte di studi,
fu uno degli allievi prediletti di Beethoven, e la sua trascrizione
venne ammirata e lodata dal maestro.
Nel
terzo concerto di venerdì 8 aprile, Cesare
Castagnoli, affermato pianista pisano, docente alla Verdi,
presenta i celeberrimi Quadri di una esposizione di
Mussorgski, nella versione originale per pianoforte del 1874.
La longevità e la popolarità di questa composizione
si deve tuttavia anche alle innumerevoli trascrizioni, in
particolare alle due più conosciute: la mirabile
orchestrazione sinfonica di Ravel composta nel 1922 e quella di
Keith Emerson, probabilmente il più grande tastierista della
storia del rock, recentemente scomparso, in una visionaria e
suggestiva versione in trio (E. L & P.) resa attraverso i suoni
dei primi synth modulari nel 1971.
La seconda parte del concerto è dedicata alla Sesta
Sonata di Prokofiev, che è la prima del ciclo delle
cosiddette “Sonate di Guerra” che si estende anche alla
Settima e all’Ottava. Insieme rappresentano il nucleo delle
Sonate più importanti composte per pianoforte nel Novecento.
Con un tributo al genio di William Shakespeare nel quarto
centenario dalla morte, la
mezzosoprano Mya Fracassini con il pianista Ettore
Costabile, docenti alla scuola Verdi, presenteranno nel quarto
appuntamento di venerdì 15 aprile un percorso
musicale ispirato ai testi e ai personaggi shakespeariani,
attraverso autori di epoche diverse. If music would be the
food of love è il suggestivo titolo del concerto che
prende il nome da un brano di Henry Purcell eseguito
all’inizio del recital. Dopo Purcell, musicista contemporaneo
di Shakespeare, si proseguirà nell’Ottocento con arie
tratte dall’Otello di Rossini e con le suggestioni di Debussy
nella danza di Puck dal primo libro dei Preludi per pianoforte, per
concludere il viaggio nel Novecento con gli omaggi di Poulenc e
Bernstein.
Il quinto ed ultimo appuntamento è per
giovedì 28 aprile, nell’unico concerto fuori
sede al Teatro “D’Annunzio” del Convitto
Cicognini. Un trio di affermati musicisti formato da Domenico
Nordio, violino, Guglielmo Pellarin, corno, Federico
Lovato, pianoforte, eseguirà il repertorio
più bello e importante composto per questa particolare
formazione cameristica, che sa esaltare le caratteristiche e il
fascino timbrico dei tre diversi strumenti. Il Trio op.40 di
Brahms è uno dei più bei capolavori mai scritti
della musica da camera ed ha un vero e proprio contraltare
moderno nel Trio che Gyorgy Ligeti, uno dei grandi compositori del
tardo Novecento, scrisse ispirandosi al modello brahmsiano, ma
innalzando il virtuosismo strumentale, soprattutto nella parte del
corno, ad un livello di difficoltà - e relativa
bellezza - quasi inarrivabile.
E’ la prima volta che questa meravigliosa partitura
musicale del Novecento viene eseguita a Prato, e la grande
solidità ed esperienza dei tre musicisti ne garantisce una
esecuzione che gli appassionanti non potranno perdere.
Tutti i concerti iniziano alle ore 21.15 e sono a ingresso
libero.
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