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Comune di Prato

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22/03/2016 10:05
Morozzi pianista Cultura E’ la più longeva stagione di musica da camera, organizzata dalla Scuola di musica “G. Verdi”

Concerti di Primavera, giovedì 24 marzo Giorgio Morozzi apre la 37° edizione

Sarà il pianista Giorgio Morozzi ad aprire giovedì 24 marzo "Concerti di Primavera", la più longeva stagione di musica da camera, organizzata dalla Scuola di musica “G. Verdi”. Il programma quest’anno vede i docenti della Verdi impegnati in tre dei cinque concerti. La  rassegna ha sempre  valorizzato i musicisti della scuola di musica, molti dei quali, oltre ad essere insegnanti con grande esperienza didattica, caratterizzano la loro attività concertistica con proposte esecutive originali ed interessanti. E’ certamente il caso di Giorgio Morozzi che  ha intrapreso dall’autunno del 2010  un progetto straordinario, l’esecuzione integrale al pianoforte dell’opera clavicembalistica di Johann Sebastian Bach. Con il concerto sul Primo libro del Clavicembalo ben Temperato – seconda parte -  arriviamo ormai ad uno degli ultimi e più importanti capitoli di questo lungo viaggio nella polifonia bachiana che ha incontrato lo scorso anno l‘originalità e la bellezza delle Toccate per clavicembalo del compositore tedesco. 

 Composto nel 1722 durante il periodo del servizio che Bach svolge come maestro di cappella alla corte del principe Leopoldo a  Köthen,  il primo volume del Clavicembalo ben Temperato è una grande opera musicale didattica, caposaldo della storia musicale fra l’arte e la speculazione. Attraverso tutte le tonalità disponibili Bach compendia ogni possibilità tecnica degli strumenti a tastiera, ripercorrendo trasversalmente nel tempo e nello spazio tutta la tradizione europea, da Frescobaldi a Pachelbel, fino a Buxtheude esplorando e definendo le possibilità del sistema di accordatura temperato, cioè uguale per tutte le tonalità. Si superavano così i metodi per regolare l’accordatura degli strumenti a tastiera, in particolare organo e clavicembalo, che provenivano dalla tradizione rinascimentale e barocca.

L​e sole forme del Preludio e della Fuga, già assai conosciute al tempo del compositore, mostrano la genialità del compositore tedesco che  da uno schema molto utilizzato trae le più incredibili e varie architetture sonore, a cui applica una miscellanea stilistica - dallo stile gravis et antiquus a quello suo contemporaneo - che da un lato sublima tutta la scienza musicale di un’epoca con lui conclusa, dall’altro predispone le fondamenta imprescindibili del futuro della musica europea, dal classicismo al romanticismo. Tutti i più grandi pianisti e compositori, da Clementi, Beethoven a Schumann, da Liszt a Chopin, da Horowitz a Casella, si formeranno e si confronteranno con l’opera monumentale di Bach a cui anche Dmitri Shostakovich, in pieno Novecento, si ispirerà con la sua opera pianistica più importante, i 24 Preludi e Fuga op.87, composta nel 1951.

 Il secondo concerto, venerdì 1 aprile, prosegue idealmente il sentiero tracciato lo scorso anno da Maurizio Baglini che nei Concerti di Primavera eseguì in modo trionfale la Nona Sinfonia di Beethoven trascritta da Liszt per pianoforte solo. Quest’anno spetterà al Duo pianistico di Firenze – Sara Bartolucci e Rodolfo Alessandrini – misurarsi con la trascrizione di Carl Czerny delle celeberrime sinfonie Quinta e Sesta, stavolta nella versione per pianoforte a quattro mani. L’artificio della trascrizione per pianoforte in epoca romantica e per tutto l’Ottocento era largamente utilizzato per diffondere e far conoscere in particolare la musica sinfonica e le opere liriche. Delle Sinfonie e delle Ouvertures di Beethoven esistono varie trascrizioni di autori diversi. Czerny, conosciuto dai pianisti di tutto il mondo per i suoi innumerevoli metodi e raccolte di studi, fu uno degli allievi prediletti di Beethoven, e la sua trascrizione venne ammirata e lodata dal maestro.

Nel terzo concerto di venerdì 8 aprile, Cesare Castagnoli, affermato pianista pisano, docente alla Verdi, presenta i  celeberrimi Quadri di una esposizione di Mussorgski,  nella versione originale per pianoforte del 1874. La longevità e la popolarità di questa composizione si deve tuttavia anche alle innumerevoli trascrizioni, in particolare alle due più conosciute: la mirabile orchestrazione sinfonica di Ravel composta nel 1922 e quella di Keith Emerson, probabilmente il più grande tastierista della storia del rock, recentemente scomparso, in una visionaria e suggestiva versione in trio (E. L & P.) resa attraverso i suoni dei primi synth modulari nel 1971.
La seconda parte del concerto è dedicata alla Sesta Sonata di Prokofiev, che è la prima del ciclo delle cosiddette “Sonate di Guerra” che si estende anche alla Settima e all’Ottava. Insieme rappresentano il nucleo delle Sonate più importanti composte per pianoforte nel Novecento.

Con un tributo al genio di William Shakespeare nel quarto centenario dalla morte, la mezzosoprano Mya Fracassini con il pianista Ettore Costabile, docenti alla scuola Verdi, presenteranno nel quarto appuntamento di venerdì 15 aprile un percorso musicale ispirato ai testi e ai personaggi shakespeariani,  attraverso autori di epoche diverse. If music would be the food of  love è il suggestivo titolo del concerto che prende il nome da un brano di Henry Purcell eseguito all’inizio del recital. Dopo Purcell, musicista contemporaneo di Shakespeare, si proseguirà nell’Ottocento con arie tratte dall’Otello di Rossini e con le suggestioni di Debussy nella danza di Puck dal primo libro dei Preludi per pianoforte, per concludere il viaggio nel Novecento con gli omaggi di Poulenc e Bernstein.

Il quinto ed ultimo appuntamento è per giovedì 28 aprile, nell’unico concerto fuori sede al Teatro “D’Annunzio” del Convitto Cicognini. Un trio di affermati musicisti formato da Domenico Nordio, violino, Guglielmo Pellarin, corno, Federico Lovato, pianoforte,  eseguirà il repertorio più bello e importante composto per questa particolare formazione cameristica, che sa esaltare le caratteristiche e il fascino timbrico dei tre diversi strumenti.  Il Trio op.40 di Brahms è uno dei più bei capolavori mai scritti  della musica da camera ed ha un vero e proprio contraltare moderno nel Trio che Gyorgy Ligeti, uno dei grandi compositori del tardo Novecento, scrisse ispirandosi al modello brahmsiano, ma innalzando il virtuosismo strumentale, soprattutto nella parte del corno, ad un livello di difficoltà  - e relativa bellezza - quasi inarrivabile.

E’ la prima volta che questa meravigliosa partitura musicale del Novecento viene eseguita a Prato, e la grande solidità ed esperienza dei tre musicisti ne garantisce una esecuzione che gli appassionanti non potranno perdere.

Tutti i concerti iniziano alle ore 21.15 e sono a ingresso libero.

 

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