Morte di Giulio Regeni, il Comune aderisce all'appello per la verità
Il Comune di Prato ha aderito all’appello di 4600 studiosi di 90 nazioni, raccolto e rilanciato da Amnesty International, per la verità sulla morte di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano scomparso al Cairo in circostanze misteriose il 25 gennaio e poi ritrovato morto il 3 febbraio. L’adesione ha trovato il consenso sia del sindaco che della conferenza dei capigruppo.
La comunicazione dell’adesione alla campagna per la verità sulla morte di Giulio Regeni è stata annunciata in apertura dei lavori del Consiglio comunale dalla presidente Ilaria Santi.
A margine dei lavori del Connsiglio la presidente Santi ha dichiarato: “Cinque anni fa al Cairo c’era piazza Tahrir, c’era la rivolta di tutto un popolo, che chiedeva la caduta del regime inetto, antipopolare e corrotto di Mubarak. Oggi un regime ancora più inetto, autoritario, soffocante, violento e corrotto ha aumentato la pressione sui poveri e sui lavoratori e ridotto ancora di più i margini di libertà a danno di tutte le forme di organizzazione politica e sindacale”.
Secondo Ilaria Santi, “anche Giulio Regeni è stato vittima di questo sistema intollerabile di annientamento sistematico delle opposizioni. Le ricerche di Giulio, il suo studio appassionato dell’organizzazione popolare e delle forme di sindacalismo indipendente ne hanno fatto un bersaglio”.
“In tutto questo”, ha aggiunto, “il governo egiziano non riesce ancora a fornire una spiegazione plausibile delle torture e della morte di Giulio, e accumula versioni smentite anche dalle indagini dei medici legali egiziani. La scelta di aderire alla campagna per la verità è un atto convinto e doveroso ed è una domanda di verità che dobbiamo anche a quelle migliaia di egiziani che da settimane si raccolgono davanti all'ambasciata italiana al Cairo per testimoniare la loro protesta per la morte di Giulio”.
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