"Il Dragone del 1° Maggio", il capodanno cinese e la festa del lavoro si sovrappongono
Il capodanno cinese e la festa del lavoro al centro dell'esposizione in sovrapposizione "Il Dragone del 1° Maggio" di Marco Saielli. La mostra sarà inaugurata oggi, martedì 26 aprile, alle 18 nella sala ovale della Provincia e sarà visitabile fino a domenica 8 maggio dalle 10 alle 19. L'ingresso è gratuito.
"Un intreccio di considerazioni e di idee tra due momenti decisivi della vita della nostra città che soltanto a Prato possono trovare la loro piena esplicitazione - ha commentato il vicesindaco Simone Faggi -. Abbiamo coinvolto sin da subito i soggetti del territorio che potevano essere interessati, vale a dire i sindacati. Un lavoro degno dev'essere un elemento fondamentale da raggiungere per tutti. La tutela dei lavoratori passa anche dalla necessità del riposo e dall'attenzione alla persona, che sono certamente tra i significati più importanti della mostra".
L'iniziativa è stata realizzata dal Comune in collaborazione con i sindacati CGIL, CISL e UIL e ha ricevuto il patrocinio della Provincia.
"Questo progetto fotografico nasce nel 2015 - ha spiegato l'autore Marco Saielli -. Sono rimasto più volte colpito dall'assenza di cittadini cinesi nelle manifestazioni del 1° maggio. Ho invece fotografato più volte il capodanno cinese, uno dei pochi momenti in cui è possibile fare loro delle fotografie, visto che sono sempre un po' restii. Così, ho deciso di sovrapporre questi due momenti. La scelta del bianco e del nero non è casuale: oggi è il colore ad essere ovvio. Dedico questa mostra a Maurizio Signorini, un mio amico appassionato di fotografia scomparso la scorsa settimana, al quale avevo già fatto vedere le immagini".
L'autore ha voluto mettere in relazione il concetto del lavoro, cioé le immagini del primo maggio, con un evento di partecipazione della comunità cinese, vale a dire la sfilata del dragone in occasione del capodanno, attraverso suggestive sovrapposizioni.
La diaspora cinese nei continenti ha rappresentato una forma di migrazione economica molto forte, scaturita dai processi di globalizzazione di spinta alla circolazione di lavoro e capitali. Ciò ha riprodotto, nei luoghi di insediamento, modelli produttivi ed occupazionali sui quali a lungo si è dibattuto rispetto alla capacità di integrazione funzionale o di parallelismo asfittico rispetto all’economia preesistente. L’attenzione cittadina è stata rivolta principalmente alle problematiche e alle conseguenze della carenza di sicurezza e di legalità. Le istituzioni, i sindacati, le categorie economiche, le associazioni di comunità sono gli attori principali affinchè, anche nella comunità cinese, riesca a penetrare la consapevolezza della necessità di alzare la qualità della vita e del lavoro. Questa mostra vuole allargare la riflessione soffermandosi ancora di più sull'inderogabilità di un modello produttivo ed occupazionale contestualizzato nell’ordinamento europeo e nella sua evoluzione storica di salvaguardia dei diritti dei lavoratori e della dignità del lavoro, specialmente in questa fase di ricerca di nuovi modelli economici e produttivi.
Nelle ventidue immagini che compongono la mostra Saielli ha unito volti, mani, sguardi, bandiere e simboli di quella che al momento sembra una contraddizione, ma che intende invece essere la visione di un futuro auspicabile di dialogo e di condivisione.
"Prato è sempre stata città dell'accoglienza, di un'accoglienza che è sempre stata degna, senza alcuna caccia allo starniero o al diverso come è accaduto purtroppo in altri luoghi, nonostante si sia vissuto e si viva una crisi destabilizzante", ha affermato Giancarlo Targioni della CGIL.
"Dobbiamo uscire dalla logica di essere due ambienti paralleli: siamo parte della stessa realtà. Ci vuole un'accoglienza rigorosa soprattutto sui diritti della persona. Non si può pensare di fermare il mare con un muro. Manca la fraternità, che sembra sempre più mancare in Europa", ha aggiunto Stefano Bellandi della CISL.
"Abbiamo voluto cogliere questa occasione - ha dichiarato Rodolfo Zanieri della UIL -. Qualcuno più autorevole di me parla di ponti tra culture diverse. Questa mostra parte da due momenti di festa di queste due culture diverse, cioé da quei momenti in cui si è più disposti ad ascoltare".
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