06/06/2016 13:49
Accoglienza profughi sotto controllo a Prato, individuate 5 nuove strutture abitative
Dei 70 richiedenti asilo annunciati il mese scorso ne sono in realtà rimasti 24. Il Comune ribadisce il no alle tendopoli
La situazione dei profughi a Prato è stata al centro della
riunione congiunta delle Commissioni consiliari 5 Politiche sociali
e 6 Controllo e garanzia, presiedute da Gabriele Alberti e Giorgio
Silli. A rispondere alle domande dei commissari è stato
l'assessore alle Politiche per la cittadinanza Simone Faggi, che ha
ribadito il no del Comune alle tendopoli ed ha annunciato
l'individuazione di cinque nuove strutture abitative private nel
territorio provinciale, di cui 3 a Prato, una a Poggio a Caiano,
che aprirà nel fine settimana, e l'altra a Cantagallo, per
un totale di circa altri 50 posti disponibili. La situazione
è tornata in equilibrio dopo l'annuncio il mese scorso
dell'arrivo di ben 70 richiedenti asilo, imposti dal prefetto Mario
Morcone, capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione
del ministero dell’Interno, dopo l'arrivo sulle coste
italiane di 11mila persone, suddivise tra tutte le province
senza criteri territoriali. In realtà, come ha spiegato
Faggi, a Prato sono arrivati 45 dei 70 profughi annunciati e 21,
tutti eritrei, sono scappati quasi subito dalle strutture di
accoglienza. A Prato ne sono rimasti quindi 24: «Si tratta di
un numero che possiamo tranquillamente gestire nelle strutture
abitative già attive sul territorio - ha detto l'assessore
Faggi - A Prato la rete che abbiamo costituito insieme a Prefettura
ed associazioni ha funzionato e sta funzionando, ma
sicuramente 70 nuovi arrivi in un giorno solo invece
rappresenta un numero che metterebbe in crisi qualsiasi sistema di
accoglienza». A Prato e provincia attualmente i richiedenti
asilo sono 520, in continuo turn over, a fronte dei circa 2.000 di
Firenze: «Per ora la proporzione con il territorio è
stata rispettata e noi per questo opponiamo il nostro no ad
utilizzare le tende come soluzioni di alloggio temporaneo - ha
proseguito Faggi, - Non è giusto sotto alcun punto di vista,
a partire dalle condizioni climatiche che comporterebbero
40° all'interno. Non possiamo comunque non esprimere la
nostra preoccupazione per eventuali nuovi arrivi, soprattutto
perchè a livello nazionale e comunitario è stato
deciso di risolvere una crisi umanitaria con la modalità
della Protezione internazionale, che offre strumenti di accoglienza
e tutela che richiedono anche un anno e mezzo per il riconoscimento
ad ogni richiedente asilo tra domanda e ricorso contro eventuale
diniego. Si parla insomma di tempi troppo lunghi a fronte di
un'emergenza, senza contare l'assenza di politiche di rimpatrio,
come ha richiesto anche il sindaco Matteo Biffoni».
cb
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