19/10/2016 12:15
Dichiarazioni
Approvata definitivamente alla Camera la legge contro il caporalato con inasprimento delle pene e confisca dei beni
Caporalato, Biffoni: "I nostri territori non ne sono immuni, la nuova legge è segno di civiltà"
“La nuova legge contro il caporalato è segno di una
volontà forte di difendere la legalità, la
dignità dei lavoratori, la concorrenza leale per un mercato
sano. Non possiamo tollerare che nei nostri territori ci siano
schiavi, nei campi e nelle aziende e provvedimenti come la confisca
dei beni sono strumenti utili per salvaguardare i lavoratori,
soprattutto le fasce di popolazione più debole, e per
tutelare le tante, tantissime aziende italiane che lavorano con
correttezza rispettando la legge e la dignità delle
persone”. Così il
sindaco di Prato Matteo Biffoni, delegato Anci
immigrazione, ha commentato il
via definitivo della Camera alla nuova legge contro il
caporalato voluta dal ministro delle Politiche agricole
Maurizio Martina. I recenti fatti di cronaca hanno dimostrato come
anche la Toscana non è immune dalla vergogna del caporalato:
“La magistratura ha fatto un lavoro eccellente anche sul
nostro territorio, con inchieste importanti che hanno stroncato
questo fenomeno odioso. Adesso c’è una legge adeguata
che indica con coraggio la responsabilità del datore di
lavoro, con pene fino a sei anni di reclusione, otto se lo
sfruttamento si accompagna a violenza”. La nuova legge
approvata al Senato lo scorso agosto e adesso anche dalla Camera
riscrive la norma precedente con un inasprimento delle pene, la
confisca dei beni, l’arresto in flagranza e
l’estensione del fondo antitratta anche alle vittime del
delitto di caporalato: “Sono soprattutto le fasce di
popolazione più povere e indifese le vittime del caporalato
e tra queste tante volte le vittime sono migranti e richiedenti
asilo: l’istituzione del reato di caporalato e
l’estensione del Fondo antitratta alle vittime sono
atti di civiltà. L’eccellenza della produzione
enogastronomica italiana deve essere difesa dalla vergogna del
caporalato”.
edr
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