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Comune di Prato

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10/11/2016 16:21
Squittieri Benedetta Gemellaggi A Roma, a palazzo Giutiniani, l'assessore Benedetta Squittieri insieme a Aurora Castellani e Camilla Brunelli presidente e direttrice del museo della deportazione di Figline

Il Comune di Prato presente al Convegno "2010-2016: 500 pietre d'inciampo nella mappa della memoria europea"

L'assessore Squittieri: "Avvieremo un percorso con gli studenti per la mappatura delle Pietre d'inciampo e il racconto delle storie dei nostri concittadini. Per noi oggi il tema della memoria è prima di tutto un percorso di cittadinanza"

L'assessore Benedetta Squittieri, insieme a Aurora Castellani e Camilla Brunelli presidente e direttrice del museo della deportazione di Figline, ha partecipato al convegno "2010-2016: 500 pietre d'inciampo nella mappa della memoria europea", che si è tenuto nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma. Ad aprire i lavori è stato il Presidente del Senato, Pietro Grasso.

Il Progetto della Pietre d’inciampo in ricordo delle vittime dei lager nazisti dell’artista tedesco Gunter Demnig ha avuto inizio nel 1995 a Colonia; ad oggi l’artista ha collocato personalmente oltre 55.000 pietre in tutta Europa. Il progetto  è stato promosso in Italia su scala nazionale, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane e della Comunità Ebraica di Roma. L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale e costringe chi passa a interrogarsi a ricordare quanto accaduto in quel luogo e in quella data. Su ogni pietra sono incisi, oltre al nome, l’anno di nascita, la data dell’arresto, il luogo di deportazione e la data di morte se conosciuta.

"Siamo orgogliosi - ha affermato l'assessore Benedetta Squittieri - di poter avere nel nostro territorio, in luoghi significativi come quelli del lavoro, le Pietre d'inciampo. E' nostra intenzione come Amministrazione dar vita nelle prossime settimane ad un percorso, coinvolgendo tutte le realtà che fin da subito hanno aderito al rpgetto e soprattutto gli studenti. Saranno soprattutto quest'ultimi infatti i protagonisti della mappatura della Pietre d'inciampo e del racconto delle storie dei nostri concittadini. Per noi oggi il tema della memoria è prima di tutto un percorso di cittadinanza".

Nel 2012 è stato proposto anche al Comune di Prato di aderire al progetto che si è occupato del tutto con la collaborazione dell’Aned di Prato della Comunità ebraica di Firenze, dell’Associazione per il gemellaggio Prato-Ebensee e del Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline di Prato. Quest’ultimo ha fornito la consulenza storica e tutto il materiale necessario per un corretto utilizzo dei dati dei deportati pratesi da incidere sulle pietre d’inciampo. 

Prato, dopo Roma e Genova, è stata la terza città italiana ad aderire a questo progetto che ha previsto la posa, in tempi diversi, una prima tranche di 12 per il Giorno della Memoria 2013, una seconda di 28 per il Giorno della memoria 2014, di 40 sampietrini (pietre d’inciampo) in vari luoghi della città in cui avvennero gli arresti. Le pietre d’inciampo a Prato vogliono ricordare e render omaggio ai più di 130 pratesi che durante lo sciopero generale dei primi di marzo del 1944 furono prelevati dalle fabbriche o dalle strade, arrestati e deportati nei lager nazisti. Si è ricordato con una pietra in Via Ricasoli anche l’unico ebreo arrestato a Prato e deportato ad Auschwitz, Mario Belgrado. La peculiarità della vicenda pratese rispetto alle pietre d’inciampo riguarda non solo la prevalenza di deportati politici rispetto agli ebrei ma anche il fatto che le pietre d’inciampo non si trovano di fronte all'abitazione ma nei luoghi dove queste persone furono arrestate: ex-fabbriche Campolmi e Lucchesi, le piazze S.Francesco, delle Carceri, San Marco, Duomo, Porta al Mercatale, al Pino.

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