Piano per il lavoro sicuro, i controlli diventeranno strutturali
“Tre anni dopo la tragedia di via Toscana, in fatto di sicurezza sul lavoro sono cambiate molte. I numeri dei controlli effettuati e delle sanzioni comminate lo dimostrano. Il 51% delle aziende oggi risulta in regolare. Questi risulati sono il frutto del lavoro degli ispettori regionali, della Procura, della Prefettura, delle forze dell’ordine che voglio ringraziare. Ma io non sono ancora soddisfatto. Le irregolarità sono ancora troppo elevate”. Lo ha detto il sindaco Matteo Biffoni intervenendo all’incontro “CambiaMenti. Il piano per il lavoro sicuro e le sinergie istituzionali per la legalità e lo sviluppo nel territorio di Prato”, che si è svolto nel salone consiliare nel giorno in cui si ricordano i sette lavoratori cinesi morti nel rogo di via Toscana il 1° dicembre del 2013. Un momento di riflessione che è servito anche per fare il punto sui risultati raggiunti con l’opera di contrasto all’illegalità e sulle prospettive future. In questo senso il sindaco Biffoni ha proseguito: “Ci sono ancora troppe zone grigie, sia in fatto di sicurezza nei luoghi di lavoro sia sul fronte dei professionisti e di un sistema che promuove la nascita di aziende fantasma e, quindi, l’illegalità del lavoro e dell’economia. Perciò non possiamo abbassare la guardia. Ho detto più volte che l’illegalità non è tollerabile e perciò ripeto che sono benvenuti quelli che decidono di investire qui per il loro futuro, ma deve essere chiaro che, per tutti, stranieri e italiani, ci sono regole da rispettare”.
Il sindaco ha aggiunto che le regole, se non funzionano, possono essere cambiate, ma fino a quel momento valgono e vanno rispettate le regole esistenti. “Dai numeri che ci raccontano la repressione”, ha concluso Biffoni, “dobbiamo arrivare a quelli che ci raccontano la prevenzione del fenomeno. Per questo insisto sulla necessità che accanto alla repressione debba esserci e debba essere rafforzata la capacità di dialogo tra le istituzioni, le associazioni di categoria e le aziende, in primis quelle straniere e cinesi in particolare. Ma perché questo dialogo sia proficuo tutti devono essere disponibili al confronto”.
I numeri del contrasto alle irregolarità sono stati illustrati da Renzo Berti, coordinatore regionale del Piano per il lavoro sicuro. In due anni e mezzo sono state controllate il 75% delle imprese straniere, cioè 7.503 sulle 7.700 esistenti. A Prato sono stati individuati 710 dormitori abusivi, 1.141 impianti elettrici non a norma o fatiscenti, 1.116 macchinari irregolari e 1.489 situazioni igieniche critiche. “A marzo”, ha speigato, “si chiuderà la fase straordinaria delle verifiche, ma non il lavoro non si concluderà. Con la stabilizzazione degli ispettori, i controlli continueranno ma nel segno di verifiche più raffinate anche in aspetti autorizzativi finora trascurate”. Dal 2018 l’obiettivo è quello di entrare in una terza fase, cosiddetta dei controlli ordinari, che “non sarà più caratterizzata dall’etnia, ma riguarderà l’intero sistema economico”.
Nell’aprire l’incontro, il vicesindaco Simone Faggi ha affermato che “il sistema produttivo è esasperato e pone sopra a ogni cosa il profitto e questo è un modello al quale non sfuggono nemmeno le imprese cinesi. È un sistema che produce irregolarità e illegalità. Si tratta di una situazione inaccettabile. E l’amministrazione vuole essere chiara: chi non vuole adeguarsi al rispetto delle regole è invitato ad andarsene”.
Secondo il procuratore capo Giuseppe Nicolosi, “la volontà politica di risolvere i problemi aperti c’è e i numeri dei controlli e delle sanzioni lo dimostrano, ma c’è ancora molto da fare”. Nicolosi ha ricordato che il gruppo di lavoro della procura al 30 novembre del 2016 ha iscritto 1.300 notizie di reato per infrazioni alla sicurezza sul lavoro. C’è poi da aggredire il “sistema Prato”, che evidenzia due aspetti. In primo luogo, il fiorire di professionalità che rendono possibile la nascita e l’esistenza di imprese fantasma, che a loro volta generano false assunzioni e il rilascio di permessi di soggiorno non dovuti e da cui “emerge una forma di controllo delle imprese e delle persone di tipo mafioso”. In secondo luogo, c’è “la difficoltà a condurre in modo efficace e tempestivo le nostre inchieste, perché spesso ci scontriamo contro un muro di gomma”. A questo proposito Nicolosi ha cittao il problema delle intercettazioni telefoniche, per tradurre le quali “registriamo un’indisponibilità di interpreti, e perciò rinnovo la mia richiesta di aiuto in tal senso al consolato cinese”.
Il prefetto, Maria Laura Simonetti, ha sottolineato che i controlli interforze coordinati dal questore sono stati, in due anni, 2.735 e hanno prodotto la cancellazione di 212 partite iva e hanno fatto scendere all’1,5% (rispetto alla media regionale del 35%) delle aziende fantasma. “E’ un risultato che è stato possibile senza costi aggiuntivi, semplicemente mettendo in rete le conoscenze e le banche date di 22 enti”, ha spiegato.
Luca Giusti, presidente della Camera di commercio, ha ricordato che delle 7.700 imprese straniere operanti a Prato circa 5.000 sono cinesi. Le aziende straniere incidono per il 28% sul totale delle imprese iscritte. È il dato più alto d’Italia, dove la media è invece del 9%. Secondo i dati del 2015, il 70% delle imprese straniere aveva una vita massima di 18 mesi; stando ai dati dei primi nove mesi di quest’anno, il dato della durata in vita è, invece, in crescita, “segno che i controlli stanno funzionando”.
Il console genarele della Repubblica popolare cinese a Firenze, Wuang Fuguo, augurandosi che tragedie simili a quelle del 2013 non si ripetano più, ha assicurato "la collaborazione del consolato affinché le aziende cinesi si mettano in regola per operare nella più completa legalità".
I lavori sono stati conclusi dalla vicepresidente della Regione, Monica Barni che ha sottolineato “l’importanza di costruire una rete di relazioni stabili e proficue con le comunità straniere, affinché si sconfigga il fenomeno dell’illegalità e del lavoro nero”. A questo proposito ha annunciato una nuova campagna di comunicazione che invita al rispetto delle regole. “La Regione”, ha aggiunto, “conferma la volontà di proseguire nei controlli e nella repressione delle irregolarità e dell’illegalità per arrivare davvero a un sistema in cui funzioni pienamente la prevenzione dei fenomeni. Per questo abbiamo deciso di confermare il Piano per il lavoro sicuro, così che i controlli escano dalla straordinarietà per diventare, invece, strutturali”.
Durante l'incontro sono intervenuti anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e di Confindustria Toscana Nord.
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